Scajola si dimette Berlusconi: lascia un ministro capace
"Vivo da 10 giorni una grande sofferenza. Non lo auguro a nessuno, io mi devo difendere. E non posso farlo da ministro". Per la successione in pole Paolo Romani
Il ministro Scajola ci ha pensato tutta notte. E poi ha convocato i giornalisti. Inutile combattere mantenendo la poltrona da ministro. Se nella storia degli assegni non c'entra, Scajola lo dimostrerà da cittadino. E dunque si è dimesso. Il 14 maggio il ministro sarà ascoltato dai pm come persona informata sui fatti- non risulta ancora indagato- e allora chiarirà davanti ai magistrati la sua posizione. Che in questi giorni non è cambiata ed è rimasta una sola: per lui quell'appartamento in centro Roma vista Colosseo valeva sul serio seicento mila euro. E di quegli ottanta assegni di piccolo taglio consegnati alle sorelle Papa di cui è ovviamente rimasta traccia, lui non sa nulla. "Se qualcuno mi ha pagato la casa, la lascerò", dice ostinatamente ancora oggi. A succedergli potrebbe essere l'attuale sottosegretario, Paolo Romani. Berlusconi lo ha congedato dicendo: "Ha lasciato un ministro capace. Da Scajola una decisione sofferta, ha dimostrato sensibilità e alto senso dello Stato". Se dovessi acclarare irregolarità, lascerò la casa. Non posso abitare in una casa pagata da altri. Mi dimetto convinto di essere estraneo a questa vicendaIl discorso di Scajola: "Se dovessi acclarare irregolarità, lascerò la casa. Non posso abitare in una casa pagata da altri. Mi dimetto convinto di essere estraneo a questa vicenda, sicuro che sarà dimostrato, ma altrettanto certo che poiché considero la politica un'arte nobile con la P maiuscola, per esercitarla bisogna avere le carte in regola. Per questo sono convinto che le mie dimissioni potranno permettere al governo di andare avanti nel lavoro importantissimo che anchi'io stavo contribuendo a svolgere nell'interesse dell'Italia". Guarda il video "Sono al centro di una campagna mediatica senza precedenti, su una inchiesta giudiziaria nella quale non sono indagato. Mi ritrovo notte e mattina a seguire le rassegne stampa per capire di cosa si parla, mi trovo quotidianamente esposto a ricostruzioni giornalistiche di cui non conosco il contenuto e che sono contraddittorie tra di loro. In questa situazione di grande sofferenza e che non auguro a nessuno, io mi devo difendere. Per difendermi non posso continuare a fare il ministro". "Un ministro della Repubblica, non può sospettare di abitare in una casa in parte pagata da altri. Questa è la motivazione principale, quella più forte che mi spinge a dimettermi, convinto di essere estraneo a questa vicenda". "Sono convinto di essere estraneo a questa vicenda e sicuro che sarò dimostrato estraneo". A sottolinearlo è Claudio Scajola annunciando le sue dimissioni da ministro dello Sviluppo economico in una conferenza al dicastero. Claudio Scajola dice di aver ricevuto attestati di stima dal premier Silvio Berlusconi a cui "sono legato da affetto profondo da lui ricambiato, dai colleghi di governo e dall'intera maggioranza". "Voglio riconoscere un atteggiamento responsabile e istituzionale dell'opposizione". "Sono certo che le mie dimissioni permetteranno al governo di andare avanti con il lavoro che anche io ho contribuito" a fare in questi due anni. Lo ha detto il Ministro dello Sviluppo Economico dimissionario Claudio Scajola. Gasparri: "non c'è necessità di un rimpasto. Il governo opera con il consenso del parlamento e degli italiani" Non sarà un dramma per il Governo- Secondo Gasparri "non c'è necessità di un rimpasto. Il governo opera con il consenso del parlamento e degli italiani. Quando nei giorni scorsi il ministro Luca Zaia è diventato presidente della regione Veneto, è stato sostituito. Se Scajola dovesse assumere delle decisioni, immagino ci possano essere altri che pronti a continuare la sua opera. Rimpasto inteso come crisi non ci sarà. Nel Pdl -concluede Gasparri- stiamo assistendo a riti molto antichi con esternazioni quotidiane di tipo polemico di cui non si avverte alcun bisogno, ci manca solo il rito del rimpasto". La sua "seconda volta" Per Claudio Scajola è la seconda volta da ministro dimissionario: la prima fu nel nel 2002, quando a Bologna venne assassinato il professore universitario Marco Biagi, consulente del governo. Scajola, all'epoca ministro dell'interno, finì al centro di polemiche poich‚ il Viminale aveva tolto la scorta a Marco Biagi, nonostante questi avesse manifestato preoccupazione per la propria vita. A Bologna - è il virgolettato di Scajola riportato dai due quotidiani di quel giorno - hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre. Il 30 giugno 2002 il Corriere della Sera e il Sole 24 Ore pubblicarono una chiacchierata tra Scajola (in visita ufficiale a Cipro) e alcuni giornalisti. "A Bologna - è il virgolettato di Scajola riportato dai due quotidiani di quel giorno - hanno colpito Biagi che era senza protezione ma se lì ci fosse stata la scorta i morti sarebbero stati tre. E poi vi chiedo: nella trattativa di queste settimane sull' articolo 18 quante persone dovremmo proteggere? Praticamente tutte". Interrogato ancora sulla centralità di Marco Biagi nelle trattative sull'articolo 18, Scajola si lalasciò andare: "Non fatemi parlare. Figura centrale Biagi? Fatevi dire da Maroni se era una figura centrale: era - fu la frase di Scajola che gli costò le dimissioni - un rompicoglioni che voleva il rinnovo del contratto di consulenza". Scajola si dimise 4 luglio 2002. Quella su Marco Biagi fu comunque soltanto la seconda polemica che investì Scajola quando era ministro dell'Interno. Pochi mesi prima, infatti, il ministro venne coinvolto in una polemica legata ad Alitalia. La compagnia affidò infatti ai propri manager il compito di studiare l'istituzione di un volo quotidiano dall'aeroporto di Albenga (33 chilometri da Imperia, città natale del ministro e suo collegio elettorale) a quello di Roma Fiumicino, si disse grazie all'interessamento del ministro. La nuova rotta entrò in funzione Il 17 maggio 2002 e il nuovo collegamento venne presentato ufficialmente dall'amministratore delegato dell'Alitalia Francesco Mengozzi e dal ministro dell`Interno Claudio Scajola. Eppure, il collegamento diretto Albenga-Fiumicino venne soppresso dall`Alitalia subito dopo le dimissioni di Scajola dal Viminale. Dopo le dimissioni da ministro dell'Interno, Scajola tornò al lavoro in Forza Italia: venne infatti nominato coordinatore della campagna elettorale per le elezioni amministrative del 2002 e, nel luglio del 2003, venne reinserito nel governo come ministro per l'attuazione del programma di governo. Nel 2004 il governo lo nominò presidente del comitato per la celebrazione di Cristoforo Colombo, poi il partito lo indicò come presidente del Comitato di presidenza di Forza Italia. Nel terzo Governo Berlusconi, Scajola passò al Ministero delle Attività produttive, mantenendone l'incarico fino al termine della legislatura. Alle elezioni politiche del 2006 fu rieletto deputato e nell'estate del 2006 venne nominato Presidente del Comitato parlamentare di controllo sui servizi di sicurezza (COPACO), che diviene COPASIR a seguito della legge di riforma approvata dal Parlamento nel 2007. Confermato deputato nella XVI Legislatura alle elezioni politiche dell'aprile 2008 nella circoscrizione Liguria. Dall'8 maggio 2008 ricopre la carica di Ministro dello Sviluppo Economico nel Governo Berlusconi IV, carica ricoperta fino ad oggi, giorno delle sue dimissioni.