Il papa attacca gli scienziati:
Arroganti e avidi di guadagno
Scienza, politica, morale, fame nel mondo. Benedetto XVI parla a tutto tondo, e non risparmia alcun campo. Pur ammettendo la grande importanza del progresso scientifico e del valore della ricerca, papa Ratzinger non riesce a 'digerire' l'atteggiamento di quanti lavorano per il progresso scientifico e si scaglia contro gli scienziati, che, a detta del santo padre, "troppo spesso non agiscono in favore del progresso dell'umanità ma sono guidati dall'arroganza di sostituirsi al Creatore e dalla voglia di accumulare facili guadagni. La fede", ha aggiunto il papa, "non teme il progresso della scienza e gli sviluppi a cui conducono le sue conquiste quando queste sono finalizzate all'uomo, al suo benessere e al progresso di tutta l'umanità. Tuttavia avviene che non sempre gli scienziati indirizzino le loro ricerche verso questi scopi. Il facile guadagno o, peggio ancora, l'arroganza di sostituirsi al Creatore svolgono, a volte, un ruolo determinante. È questa una forma di hybris della ragione, che può assumere caratteristiche pericolose per la stessa umanità". Per quanto riguarda eventuali 'interferenze' della Chiesa in materia politica, Benedetto XVI afferma che la Chiesa cattolica "ha il dovere di intervenire, con il proprio giudizio morale, su questioni politiche che riguardano in special modo la dignità della persona, dalla sacralità del matrimonio alla difesa della vita.Sebbene l'attività della Chiesa non possa confondersi con l'impegno politico", ha spiegato Ratzinger, "essa deve offrire all'insieme della comunità umana il suo proprio contributo, attraverso la riflessione e i giudizi morali", In ultima analisi Ratzinger si sofferma sulla "speculazione sfrenata che tocca i meccanismi dei prezzi e dei consumi e basta anche agli egoismi degli Stati. I mezzi e le risorse di cui il mondo dispone al giorno d'oggi sono in grado di fornire cibo sufficiente per soddisfare le crescenti necessità di tutti". In tutti il mondo, inoltre, ci sono sempre più affamati e, nonostante la crisi economica mondiale, è indispensabile "promuovere un nuovo modo di intendere la cooperazione internazionale, basato sul rispetto della dignità della persona". "Nella comunità mondiale l'indirizzo economico deve essere orientato verso la condivisione dei beni, verso il loro uso durevole e la giusta ripartizione dei benefici che ne derivano, ha concluso il pontefice.