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Dopo gli scontri, stasera l'assemblea greca voterà il piano

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Previste nuove manifestazioni, 70 i fermati dalla polizia

Roberto Amaglio
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Il "The day after" della Grecia rischia di diventare ancora più difficile del precedente. Dopo gli scioperi, le manifestazioni e le infiltrazioni dei black-block e degli anarchici ellenici che hanno provocato scontri, feriti e i tre morti nella banca di Atene, il premier greco Giorgio Papandreou ha affermato senza timore di essere smentito che "il Paese é sull'orlo dell'abisso". Tanti i fattori che rischiano di far degenerare una situazione già ben oltre i limiti previsti dalle autorità. Intanto la prosecuzione degli scioperi, con il sindacato dei dipendenti pubblici Gsee che, denunciando con forza le "tragiche morti", ha annunciato che continuerà la lotta per le giuste richieste dei lavoratori contro il piano di austerità. Nemmeno il sindacato comunista Pame si tira indietro, organizzando oggi un nuovo raduno ad Atene. E ovviamente i timori che anche questa volta il movimento anarchico e i piccoli gruppi violenti (cui esponenti sono accusati del mortale attacco incendiario ad Atene) possano infiltrarsi nel gruppo dei manifestanti. Politici, invece, chiamati oggi a votare il provvedimento di austerità nell'assemblea unicamerale, dopo che in nottata il testo legislativo è stato approvato in Commissione con i soli voti del partito al governo, il Pasok. Intanto si apre uno spiraglio, almeno da un punto di vista istituzionale. Il leader del principale partito di opposizione (ND, centrodestra) Antonis Samaras, infatti, ha accolto l'invito del premier per un vertice. Nei giorni scorsi, invece, tutti i partiti avevano rifiutato l'incontro perché convocato soltanto dopo la firma degli accordi con Ue-Fmi sul piano di austerità. Bilancio di 70 persone fermate intanto per la Polizia, che ieri ha messo in stato di arresto 25 individui per i disordini sfociati nell'attacco incendiario che ha provocato la morte per soffocamento di tre impiegati, due donne di 35 e 32 anni e un uomo di 36, della Marfin Egnatia Bank. Intanto il ministro delle Finanze greco George Papaconstantinou ha chiesto al parlamento di Atene di approvare rapidamente il piano lacrime e sangue per risanare il   paese. "Tra pochi giorni - ha avvertito il ministro - dovremo ripagare 9 miliardi di euro per servire i nostri  obblighi finanziari. Se non troviamo un accordo oggi, dovremo ricorrere alla dichiarazione di bancarotta, le cose sono semplici". Il  voto è atteso in serata.

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