Lampo nerazzurro nell'ennesima serata da dimenticare
L'Inter passa con merito all'Olimpico, tra botte da orbi in campo e scontri tra tifosi
Eppure Ranieri aveva avvertito i suoi. "Se la buttiamo sulla rissa non abbiamo possibilità di vincere". Purtroppo non tutti i giocatori scesi in campo ieri con la maglia della Roma avevano compreso l'acuto suggerimento del loro allenatore, forse perché impegnati a pensare al biscotto laziale, forse perché determinati a dimostrare all'Inter il loro valore (magari dopo cessioni), forse perché presi a inventarsi un nuovo spot. Sta di fatto che la Coppa Italia prende la A1 in direzione Milano per la sesta volta, con l'Inter che con autorevolezza controlla la sfuriata tutta nervi e botte della Roma e, con il solito gol di Milito al 39' del primo tempo, mette il primo mattone verso un tris di coppe che sarebbe storico. Ranieri, insomma, non è riuscito a far scaricare quella tensione post Lazio-Inter che, evidentemente, aveva attanagliato molti dei suoi elementi, purtroppo per il trainer proprio quelli che ieri sera erano chiamati a fare la differenza: Totti e Taddei, soprattutto, più che lasciare il segno sulla partita lo hanno lasciato sugli stinchi degli avversari nerazzurri che, va detto, non essendo signorine hanno sin da subito tenuto botta (è il caso di dirlo) ai dirimpettai giallorossi. Ne è uscita una finale tra le più brutte degli ultimi anni, con poco gioco, poche emozioni e tanta tensione. Insomma, a distanza di tre giorni dalla non partita in campionato, l'Olimpico di Roma ha assistito suo malgrado a un'altra antitesi del calcio giocato. In questo scenario poco edificante, tuttavia, a far festa è giustamente l'Inter: con Sneijder ko dopo un solo minuto di gara e costretti a passare al 4-3-3 affidandosi davanti al punto interrogativo Balotelli (in campo dopo lo sfogo post Barcellona), i nerazzurri dovevano soffrire la velocità e le proprietà di palleggio dei capitolini. Invece a far vedere le cose migliori sono proprio i ragazzi di Mourinho, abili a passare in vantaggio con la solita zampata del Principe Milito e poi a congelare il match nella ripresa rischiando solo su una palla da fermo (colpo di testa inguardabile di Juan) e su un imbucata centrale di Vucinic. Il resto non è stato calcio, a cominciare dal Totti visto ieri nella ripresa. Subentrato al posto di Toni, il numero 10 ha perso la testa dopo 30' di gioco: prima fallo di reazione dopo una spallata di Milito e conseguente giallo; poi vendetta personale ai danni di un Balotelli tornato utile alla causa con un bel collo destro da dietro sullo stinco dell'avversario interista (rosso diretto). "Ero nervoso ma lui mi ha provocato!" E' stata la difesa del beniamino giallorosso (almeno Zidane era stato zitto dopo la testata a Materazzi). Ma almeno Totti può consolarsi perché in buona compagnia. Non gli è infatti da meno Taddei, che prende di mira Thiago Motta e nel finale Muntari. E per fortuna che, questa volta, la fascia di capitano era sul braccio di un ben più maturo Daniele De Rossi, bravo e leale a smorzare gli animi dopo il fischio finale di Rizzoli. Forse il buon Daniele aveva già capito quella che sarebbe successo al di fuori dello stadio nel dopo-partita. Infatti i soliti delinquenti che si nascondono dietro le sciarpe della propria squadra hanno dato vita al loro solito spettacolino. Il bilancio conta un interista aggredito e accoltellato nella notte a Tor di Quinto da quattro romanisti, oltre ai soliti scontri tra tifosi e forze dell`ordine, con un carabiniere ferito durante i lanci di sassi e bottiglie. A tal proposito, tre "tifosi" minorenni, tutti incensurati, sono stati denunciati a piede libero per resistenza a pubblico ufficiale e lancio di oggetti. Insomma la solita, bella cartolina spedita in giro per l'Europa calcistica per la gioia della stampa estera e, soprattutto, dei cugini francesi. Tra un mese, infatti, la UEFA deciderà la sede degli Europei 2016, contesi proprio tra Italia e Francia. Beh, un consiglio ai tifosi azzurri: preparate pure le pantofole da divano!