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Infinite sono le vie della cricca

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I magistrati mettono in luce i rapporti tra Anemone e il Vaticano

Roberto Amaglio
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Non bastasse il putiferio dei pedri pedofili e le accuse di scarsa crebilità, sul Vaticano si scatena anche il caos-cricca. A quanto pare, infatti, non erano solo i politici ad avere legami con questi imprenditori dalle "vie infinite". A raccontarlo è ancora una volta Laid Ben Hidri Fathi, l'autista e tuttofare di Angelo Balducci che ai magistrati di Perugia ha iniziato a elargire nomi e dettagli sulla vicenda. L'inchiesta, infatti, sta svelando come le imprese di Diego Anemone si siano allungate anche sul Vaticano e sul grande Giubileo del 2000, quello che in pratica portò alla capitale visibilità e, soprattutto,  grandi opere. I legami con lo Stato Pontificio, infatti, sono uno dei filoni principali dell'indagine sugli appalti dei Grandi eventi, soprattutto dopo che si scoprì che don Evaldo Biasini, 83 anni, era il custode di uno dei numerosi fondi dell'imprenditore, nonché della Congregazione del preziosissimo sangue, le cui casse sono state messe a disposizione di Anemone per depositare assegni e prelevare contanti. Leggendo il verbale della perquisizione, emerge che oltre a don Evaldo altri preti erano a conoscenza delle strane operazioni effettuate per favorire il costruttore. Inoltre al centro dell'attenzione degli inquirenti c'è la "Propaganda Fide", la Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli (di cui Balducci era consigliere) da cui passavano anche alcune compravendite di immobili di lusso, con le stesse modalità emerse nel caso Scajola. Viste le dichiarazioni dell'autista algerino, nell'elenco delle persone da interrogare in un prossimo futuro c'è anche il notaio Gianluca Napoleone, colui che ha stipulato tutti i rogiti delle operazioni immobiliari gestite dall'architetto Angelo Zampolini.

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