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Walter studia un'abbinata con Vendola. E sul Pd cala il terrore: la vendetta dell'ex leader del centrosinistra fa tremare i compagni. Bersani: "La candidatura a premier non è un tema all'ordine del giorno"

Eleonora Crisafulli
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Sembrava ormai tramontato il tempo di Walter Veltroni e invece, nonostante nessuno avesse chiesto il suo intervento, appare ormai sempre più concreta l'ipotesi di un ritorno. L'ex leader del centrosinistra scenderebbe in campo non solo per riprendersi la segreteria del Pd, ma per conquistare l'intera coalizione e quindi essere il prossimo candidato premier. Stando al discorso di Cortona, Veltroni avrebbe preso coraggio dall'esempio di David Cameron, il nuovo primo ministro britannico, che “ha perso le elezioni precedenti e ha vinto queste”. Nella stessa direzione andrebbe il lancio della fondazione presieduta dall'ex segratario, “Democratica”. Veltroni e i suoi hanno  messo in chiaro sin dall'inizio che non si tratta di un'associazione di carattere politico, ma la nuova formazione ha tanto l'aspetto di una corrente. La candidatura a premier del centrosinistra non è un tema all'ordine del giorno. Lo dico per quanto riguarda Vendola, ma anche per tutti gli altri Peccato che il partito stesso storca il naso. I compagni tremano e il primo ad essere preoccupato da un possibile pressing della minoranza del Pd per un cambio di passo è il segretario Bersani. Il mite Pierluigi si limita però a uno di quei commenti che tutto possono voler dire e nulla dicono: "Tutte le energie che si muovono possono dare un contributo positivo". E poi devia il discorso: "Ci sono tante iniziative in programma nelle prossime settimane, a partire dall'assemblea del 21 e 22 maggio. Faremo una  discussione trasparente e aperta, ma su un oggetto che si chiama Italia e sulle nostre proposte per il Paese. Lontano da questi orizzonti - ed è qui che esprime il dissenso - altre discussioni appaiono poco comprensibili. La candidatura a premier del centrosinistra non è un tema all'ordine del giorno. Lo dico per quanto riguarda Vendola, ma anche per tutti gli altri". Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, riesce invece ad aggrapparsi a tutto: "Il ritorno di Veltroni è benvenuto, è persona perbene che può aiutare il partito ad avere orizzonti positivi". E rivolge un appello al Partito democratico: "L'ultima cosa è dividersi. Mi appello alla responsabilità dei dirigenti perché possano trovare una sintesi. Noi abbiamo bisogno di un alleato forte, non debole". Intanto nei capanelli di Montecitorio ci si esercita già sui possibili disegni veltroniani: l'ex segretario avrebbe iniziato a lavorare da candidato premier del centrosinistra alle prossime politiche. In ticket con Vendola, magari. Ma non è finita qui, voci di corridoio parlano anche di un possibile ritorno dell'ormai dimenticato Dario Franceschini.  Non sarebbe in competizione con Veltroni, tutt'altro: uno potrebbe puntare a palazzo Chigi, mentre l'altro alla segreteria del Pd. Insomma, un florilegio di possibili scenari. Che danno il segno, però, dell'agitazione provocata dal ritorno dell'ex segretario.

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