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New York: il procuratore generale mette sotto inchiesta 8 banche

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Sono Goldman Sachs, Morgan Stanley, Citigroup, Ubs, Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Bofa

Michela Ravalico
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Avrebbero ingannato le agenzie di rating per vendere meglio titoli spazzatura. Ancora una volta le banche al centro dello scandalo. Negli Stati Uniti, secondo quanto riportano le due testate di punta Wall Street Journal e New York Times, sta per partire una maxi inchiesta sui principali istituti di credito americani e non. Gli stessi gruppi che 2 anni fa, in occasione dell'esplosione della crisi finanziaria, hanno ricevuto miliardi di dollari dal governo per evitare un crac dietro l'altro. Il procuratore generale di New York, Andrew Cuomo (nella foto) , secondo quanto rivela il New York Times, ha aperto un'inchiesta su 8 tra le principali banche del mondo: Goldman Sachs, Morgan Stanley, UBS, Citigroup, Credit Suisse, Deutsche Bank, Credit Agricole e Merrill Lynch, ora controllata dalla Bank of America per aver fornito false informazioni alle principali agenzie di rating tra le quali Standard & Poor's, Fitch e Moody's. In pratica, secondo l'accusa, le banche avrebbero truccato i conti con l'obiettivo di far sopravvalutare l'affidabilità di titoli creati per sostenere i mutui da loro concessi.   Alcuni giorni fa erano trapelate le prime indiscrezioni sul potenziale scandalo che andrebbe a minare la credibilità di tutto il sistema bancario americano e mondiale. I primi nome che erano stati fatti erano quelli di Goldman Sachs e Morgan Stanley,  sotto esame degli ispettori federali per d accertare se abbiano fornito agli investitori informazioni ingannevoli. Ora, però, sotto i riflettor sono finite praticamente tutte le banche d'affari. Sono quegli stessi istituti che nel mondo hanno "aiutato" i governi come quello greco a ricontrattare il debito (in cambio di interessi salatissimi). Ma anche quelle stesse banche, solo per fare un esempio vicino al nostro Paese, che hanno convinto tanti comuni italiani a emettere obbligazioni. Un indebitamento che ora molte realtà locali pagano con una paralisi e il rischio di un fallimento per l'incapacità di restituire il prestito.

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