Friuli, manifesti con baci gay. Ed è polemica

Monica Rizzello

Duecento grandi manifesti per le strade di Udine e Pordenone con l'immagine di coppie omosessuali che si baciano «per rappresentare la spontaneità del loro affetto» e raccontare di un Friuli «capace di vivere le differenze come una ricchezza condivisa». È l'iniziativa dell'Arcigay e Arcilesbica delle due città per festeggiare i 20 anni della nascita dell'associazione. L’idea ha subito suscitato polemiche. Se le amministrazioni comunali di Udine e Pordenone, guidate da Furio Honsell e Sergio Bolzonello, entrambi di centrosinistra, hanno patrocinato la campagna gay, il presidente della Provincia di Pordenone, Alessandro Ciriani, si è espresso immediatamente contro i manifesti: «È un'ostentazione pubblica fuori luogo di orientamenti sessuali privati», ha detto Ciriani, rigettando ogni «esibizione di machismo», ma ritenendo che «i baci omosessuali non sono neanche più trasgressivi e considerate le immagini con le quali, ogni giorno, ci bombardano i media, ormai sarebbe più trasgressivo mostrare una famiglia tradizionale». Arcigay e Arcilesbica si dicono convinti della validità della campagna con i baci, anche se sono stati bocciati nei giorni scorsi anche dall'amministrazione comunale di Bergamo, che ha bloccato una mostra fotografica di baci omosessuali: «Questi venti anni di impegno sociale e passione - ha affermato il vicepresidente di Arcigay Udine, Giacomo Deperu - hanno aiutato senz'altro a cambiare la società. Ci abbiamo messo il cuore e ora ci abbiamo messo la faccia, con un bacio omosessuale pubblico quale segno di riconciliazione verso una società che comincia pian piano ad accettarci. È un semplice bacio espressione spontanea dell'affettività che lega due persone. Eppure quando questo bacio riguarda due uomini o due donne, trova ancora la resistenza di molte persone».