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Eolico, Cappellacci nel mirino degli indagati

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L'inchiesta riguarda una nomina sospetta del direttore dell'Arpa. Il governatore dice: "Non ho mai consentito a nessuno di mettere le mani nella marmellata"

Tatiana Necchi
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La lista degli indagati della Procura di Roma sulla vicenda dell'eolico in Sardegna, per la presunta corruzione per l'aggiudicazione degli appalti, si fa sempre più lunga. Nell'inchiesta sono già coinvolti il coordinatore del Pdl, Denis Verdini, Flavio Carboni, Pasquale Lombardi, il costruttore Arcangelo Martino, Pinello Cossu, consigliere provinciale di Iglesias, e Ignazio Farris, direttore generale dell'Arpa Sardegna. Nel mirino della Procura di Roma pare sia finito anche il governatore della bella isola, Ugo Cappellacci. L'accusa sarebbe di corruzione e abuso di ufficio. Il nome di Cappellacci sarebbe contenuto in diverse intercettazioni telefoniche avvenute tra l'imprenditore Flavio Carboni e il coordinatore nazionale del Pdl, Denis Verdini, già indagato. Gli inquirenti ipotizzano una sorta di comitato per gestire il business delle energie alternative nell'isola. Le autorità ora indagano su alcuni incontri avvenuti tra il governatore e l'uomo d'affari sardo Flavio Carboni coinvolto nell'inchiesta assieme ad altre cinque persone. La procura ritiene che Cappellacci abbia ricevuto pressioni per la nomina di una persona da inserire ai vertici dell'Arpas, l'Azienda regionale per la protezione dell'ambiente in Sardegna. Secondo l'accusa una volta incassata la nomina, Carboni avrebbe raccolto fondi per alcuni milioni di euro presso i titolari di imprese interessate agli appalti sull'eolico, che sarebbero poi stati versati a una società riferibile a Verdini. Due di quegli incontri, secondo quanto riporta il quotidiano cagliaritano "L'Unione Sarda", sono stati confermati dallo stesso Cappellacci. Ma il presidente della regione dice: «Sono tranquillo». Poi aggiunge anche: «Carboni mi chiese di sottoscrivere un accordo di programma con la Regione sulle fonti energetiche alternative - ha detto il presidente della regione al quotidiano - Spiegai che che non era possibile, che le precedente normativa lo consentiva ma che l'avevamo modificata. E da allora non se ne parlò più. Chiedo di essere giudicato dai fatti». Secondo il governatore del Pdl i fatti «dicono che la Giunta da me presieduta non si è piegata a nessuna speculazione. Nella mia breve esperienza da candidato e da governatore ho incontrato migliaia di persone. Non ho mai consentito a nessuno di mettere le mani nella marmellata. Anzi, tutti i vasetti, se ci si riferisce a energie rinnovabili e appalti, questo esecutivo li ha chiusi nell'armadio a doppia mandata». «Sono certa dell'innocenza e  dell'estraneità a qualsiasi fatto illecito del presidente Ugo Cappellacci - afferma Simona De Francisci, vice capogruppo del Pdl in Consiglio regionale della Sardegna - Esprimo la mia solidarietà al presidente certa dell'operato della magistratura, ma altrettanto convinta della sua estraneità ai fatti. Cappellacci è persona di provata onestà e integrità morale e sono convinta che saprà dimostrare la sua totale innocenza».

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