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Riciclaggio, Scaglia ai domiciliari

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Il gip accoglie la richiesta della procura di Roma favorevole alla scarcerazione del fondatore di Fastweb

Eleonora Crisafulli
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Arresti domiciliari per Silvio Scaglia. Il fondatore di Fastweb detenuto in carcere da 80 giorni nell'ambito dell'inchiesta su un'associazione per delinquere finalizzata al riciclaggio internazionale di due miliardi di euro, con il coinvolgimento di ex dirigenti Telecom Italia Sparkle e Fastweb, farà presto ritorno a casa. A deciderlo è il gip Aldo Morgigni che ha accolto la richiesta della Procura di Roma, la quale qualche ora prima aveva espresso parere favorevole alla concessione. Il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo e i pm Francesca Passaniti, Giovanni Bombardieri e Giovanni Di Leo avevano passato la parola al gip che si è subito pronunciato. La richiesta di scarcerazione veniva da tempo sollecitata dai difensori del manager, gli avvocati Pier Maria Corso e Antonio Fiorella. La difesa sul web - Lo staff di Scaglia ha avviato nei giorni scorsi una vera e propria campagna difensiva via Internet, affidata al blog www.silvioscaglia.it. Inaugurato lo scorso 16 aprile, il sito è «dedicato innanzitutto a Scaglia - si legge nella homepage - e agli stakeholder di Babelgum e delle altre società che gli fanno capo in tutto il mondo». Tra gli ultimi interventi inseriti si legge quello del rettore della Luiss, Pier Luigi Celli, manager nell'industria e nella finanza, che definisce quella di Scaglia una «situazione inaccettabile. Al di là del merito dell'inchiesta, su cui ho una mia opinione personale credo che una carcerazione così lunga sia del tutto incomprensibile». Poi ricorda il rigore «in una maniera quasi calvinista» del manager che «non si è mai permesso nulla che non fosse ampiamente dentro le regole. Mi è difficile capire l'atteggiamento tenuto dalla magistratura. Il caso Scaglia è uno scandalo e va sottolineato, perché non si ripetano più queste cose: questo accanimento terapeutico contro Silvio deve cessare».

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