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Appaltopoli, la cricca e la sinistra brindavano insieme al Petruzzelli

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Ma Emiliano non ci sta: "Lavoro gestito dalla presidenza del Consiglio ". Berlusconi: sono tutti casi isolati

Tatiana Necchi
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Il copione sembra lo stesso. Esiste un nuovo appalto nel mirino dell'inchiesta sul G8 e grandi eventi. Questa volta si tratta della rinascita del teatro Petruzzelli di Bari che ha da poco alzato il sipario dopo il rogo avvenuto nell'ottobre del 1991. Fino ad oggi il teatro era rimasto marginale nelle inchieste, per la questione del cantiere di due protagonisti dell'indagine avviata dalla procura di Firenze, Angelo Balducci e Fabio De Santis, fotografati il 7 settembre 2009 al fianco del sindaco Michele Emiliano in occasione della consegna dell'opera tutti intenti a sorridere e stappar bottiglie di spumante. Le autorità vogliono vederci chiaro sui criteri di aggiudicazione della gara e sull'impennata dei costi, cresciuti di oltre il 150% grazie a una richiesta fatta da Balducci Negli scorsi giorni i Carabinieri del Ros hanno sequestrato la documentazione sull'appalto. E così oggi anche il Petruzzelli finisce nei faldoni giudiziari. Le autorità vogliono vederci chiaro sui criteri di aggiudicazione della gara e sull'impennata dei costi, cresciuti di oltre il 150% grazie a una richiesta fatta da Balducci. Così sul tavolo della della rinascita del Petruzzelli sono finiti altri 13milioni di euro, oltre ai 23milioni stanziati inizialmente. Ciro Garibaldi, avvocato ed erede dei proprietari del teatro, verrà ascoltato a Firenze come persona informata dei fatti. A dare il via alla vicenda del teatro barese, è stata una lettera dello stesso sindaco Michele Emiliano del 19 dicembre 2006. La lettera era indirizzata all'allora vicepremier Francesco Rutelli. Ad agosto era stato pubblicato il bando  di gara per la ricostruzione del teatro andato in fiamme nella notte tra il 26 e il 27 ottobre nel lontano 1991. Il primo cittadino vuole scavalcare "l'applicazione delle procedure ordinarie", che rischiano "di rallentare notevolmente l'effettiva esecuzione dei lavori", paventa rischi per la sicurezza perché "l'inusuale ritmo delle precipitazioni piovose" potrebbe compromettere la struttura. E quindi chiede di "valutare e rappresentare" al premier "l'opportunità di adottare lo strumento giuridico e amministrativo più idoneo per evitare il suddetto rischio". Dunque la macchina si è messa in moto e così il 20 dicembre, il governatore pugliese Nichi Vendola dice a Guido Bertolaso dell'intesa della Regione sul commissariamento. Ed ecco che il 22 dicembre 2006 arriva l'ordinanza 3557, firmata da Romano Prodi che stabilisce che i lavori "sono indifferibili e urgenti e autorizzano il ricorso alle procedure acceleratorie". Contestualmente, viene nominato Angelo Balducci "commissario delegato per fronteggiare la situazione di criticità". Tutto questo è accaduto in sole 96 ore. Ovvio che si tratta di emergenza. Ma la questione non è finita ed ecco che Balducci il 9 febbraio nomina Fabio De Santis responsabile del procedimento, e la sua fedele Maria Pia Forleo responsabile delle procedure amministrative. La donna viene reclutata anche nella commissione di gara. Nella commissione giudicatrice ci sono anche l'ingegnere Silvio Albanesi che ha lavorato come progettista per la Maddalena e per la Scuola Marescialli, finito nell'inchiesta perché intercettato al telefono con Anemone, e l'architetto Giampaolo Imbrighi. La scadenza di presentazione delle domande era fissata per il 3 maggio 2007. Passa poco meno di una settimana e la gara è già aggiudicata: viene chiusa il 10 maggio poco dopo le 11 di mattina. Vince l'Ati costituita da Conscoop di Forlì, l'imprenditore pugliese Vito Barozzi e la Sac di Roma, la stessa che si è aggiudicata la gara per l'auditorium di Firenze. Questo ha scatenato l'ira del capo della Btp, Riccardo Fusi per la "cricca romana". La Btp ha gareggiato anche in questa occasione ma invano. Barozzi ha anche lavorato con Anemone nella società consortile Maddalena. la Ati ha vinto nonostante il ribasso della cifra di appena il 10% in media rispetto ai concorrenti. Ed ecco che pochi mesi dopo i costi, magicamente, lievitano Il fatto curioso è che la Ati ha vinto nonostante il ribasso della cifra di appena il 10% in media rispetto ai concorrenti. Ed ecco che pochi mesi dopo i costi, magicamente, lievitano. Il 29 ottobre Balducci chiede alla Regione e alla Provincia un incremento di fondi. La motivazione è: "sopraggiunti e imprevisti incrementi dei costi sostenuti dalla Ati vincitrice dell'appalto per la ricostruzione". Dunque altri 13 milioni di euro piovono sul teatro. A settembre si festeggia e il primo cittadino Emiliano ringrazia "lo straordinario gruppo di lavoro", rappresentato per l'occasione da Angelo Balducci. Nel frattempo il teatro è tornato ai vecchi proprietari che erano stati espropriati da una sentenza della Corte Costituzionale. Ma il sindaco di Bari, e presidente della Fondazione Lirica Petruzzelli, ha fatto una precisazione sull'appalto per la ricostruzione del teatro Petruzzelli «è stato gestito dalla presidenza del Consiglio dei ministri, è completamente sfuggito sia al Comune di Bari sia alla Fondazione» e il Comune «con la determinazione dei prezzi e con la individuazione delle persone non ha nulla a che vedere». Prosegue: «C'è una persona che può dare tutte le risposte e cioè l'allora direttore generale dello spettacolo dal vivo, e attuale capo di Gabinetto del ministro Bondi, Salvatore Nastasi» con cui fu concordata la procedura del commissariamento per la ricostruzione del teatro, affidata ad Angelo Balducci. «Questo - ha sottolineato il sindaco - non vuol dire che Nastasi conoscesse la doppia vita di Balducci, ma che tutto l'appalto è completamente sfuggito sia al Comune di Bari sia alla Fondazione. La stazione appaltante era la struttura del commissario». «Quindi - ha detto ancora - il Comune di Bari non ha nulla a che vedere con la struttura della gara, con la determinazione dei prezzi e con la individuazione delle persone - prosegue - Anche questo De Santis è persona che era nominata responsabile unico del procedimento, sempre dall'ufficio del commissario. Noi non abbiamo nulla a che vedere con questa storia». Il primo cittadino spiega anche che la scelta di Balducci come commissario per la ricostruzione del Teatro Petruzzelli di Bari, è stata fatta da Prodi, e certamente non da lui o da Vendola, né da chiunque altro: «Nè io nè Vendola abbiamo mai avuto nulla a che vedere con la procedura che ha assegnato i lavori a questa o a quell'azienda. Ancora oggi non mi ricordo il nome delle aziende che hanno fatto i lavori, credo di non averlo mai saputo». «Dagli ultimi sondaggi risulta che per l'opinione pubblica è chiaro che questi casi non hanno nulla a che vedere né con l'attività di governo né con quella del partito Berlusconi: casi isolati- In merito alla questione "appaltopoli" il Premier Silvio Berlusconi risponde a Bruno Vespa che gli chiede di commentare i casi Scajola e Verdini: «Si tratta di casi personali e isolati che nulla hanno a che vedere con l'attività del governo e del partito». Prosegue: «Dagli ultimi sondaggi risulta che per l'opinione pubblica è chiaro che questi casi non hanno nulla a che vedere né con l'attività di governo né con quella del partito. Una cosa è certa: il Popolo della Libertà non ha mai ricevuto finanziamenti illeciti da nessuno e semmai è stato il presidente del Consiglio ad intervenire sulle finanze interne con mezzi propri - conclude - Non mi è piaciuta per nulla l'ennesima esibizione di isteria giustizialista, con la pubblicazione di centinaia di nomi di clienti di un'azienda presentati come se fossero tutti dei colpevoli. Non è gettando fango su degli innocenti che si fa giustizia».

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