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Intercettazioni, il popolo viola in piazza

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Dopo il colosso Sky, anche l'Ordine nazionale dei giornalisti "assumerà tutte le iniziative utili, in ogni sede, per garantire ai cittadini il diritto di essere informati". E gli Usa ci mettono il naso: "Sono uno strumento essenziale per le indagini"

Roberto Amaglio
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Tutti contro la cosiddetta “legge bavaglio”. Persino il dipartimento di giustizia Usa, per voce del sottosegretario Lanny Brauer, ha espresso il suo veto... Non è bastato il piccolo passo indietro del Governo sulle pene ai giornalisti per placare una polemica che sembra dover proseguire fino all'approvazione del provvedimento in Senato. Dopo il colosso Sky (che si era detto pronto a rivolgersi alla Corte europea dei diritti dell'Uomo), anche l'Ordine nazionale dei giornalisti, su decisione unanime del suo esecutivo nazionale, ha già sentenziato che “assumerà tutte le iniziative utili, in ogni sede, per garantire ai cittadini il diritto di essere informati”. Per l'Odg, infatti, "la decisione della maggioranza di ritirare l'emendamento che prevedeva il raddoppio delle pene detentive e pecuniarie per i giornalisti che rendono pubblici i particolari di inchieste di interesse sociale non è la risposta alle quale i cittadini hanno diritto. I cittadini, non i giornalisti, perché sono loro - i cittadini-elettori - che hanno il diritto di sapere per capire, decidere e scegliere in maniera consapevole e responsabile".   E alcuni di questi cittadini-lettori-elettori (circa 120 mila) sono già pronti a scendere nuovamente in piazza questo pomeriggio contro la legge. Il popolo della rete, infatti, si è dato appuntamento alle 14 davanti a Montecitorio, per protestare contro una legge che avrebbe impedito l'emergere di grane come quelle di Parmalat,del G8 di Genova e di tante altre inchieste esplose in questi anni. Critici con la legge anche politici, giornalisti e uomini di spettacolo passano all'attacco. Se, ovviamente, PD e IdV si preparano alla lotta tra i banchi del Senato e non solo, anche Striscia la Notizia, a modo suo e con le facce sorridenti dei conduttori Ficarra e Picone, si è detta contraria al provvedimento; discorso analogo per il direttore de “Il Giornale” Vittorio Feltri, il quale ha etichettato la norma come “liberticida”. Ancor più duro l'attore Carlo Verdone: “sono norme di tipo iraniano”. Sull'altro fronte, invece, sposano l'impostazione del provvedimento non solo i rappresentanti del Governo (il ministro Frattini ha affermato che la barbarie di sbattere gli italiani sulle prime pagine dei giornali senza nessun filtro deve finire), ma anche Luca Cordero di Montezemolo, a sua volta concorde nel fatto che l'uso delle intercettazioni abbia preso la piega sbagliata. Stati Uniti contro - Obama non ha certo il potere di influire sull'approvazione di una legge italiana. Un parere, però, non si nega a nessuno. E per voce del sottosegretario al dipartimento di giustiza Usa, Lanny Brauer, gli Usa si dicono nettamente contrari alla discussa legge sulle intercettazioni in Italia. "Non vorremmo mai che succedesse qualcosa che impedisse ai magistrati italiani di fare l'ottimo lavoro svolto finora: le intercettazioni sono uno strumento essenziale per le indagini", soprattutto nella lotta alla mafia, ha detto in una conferenza stampa all'ambasciata degli Stati Uniti a Roma il sottosegretario al Dipartimento di Giustizia degli Usa con delega alla criminalità organizzata internazionale Lanny A. Brauer. "L'Italia ha fatto dei grandi progressi nelle indagini e nel perseguimento dei gruppi mafiosi operanti entro i suoi confini", ha aggiunto il sottosegretario, precisando di "essere consapevole che possiamo e dobbiamo fare di più".

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