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Berlusconi: "Più poteri al premier"

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Il presidente del Consiglio torna sulla riforma costituzionale. E assicura: "Sarò a fianco degli italiani finché vorranno"

Eleonora Crisafulli
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Più poteri al premier. Così, annunciando il suo prossimo obiettivo, il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, torna sulla questione ancora irrisolta della riforma costituzionale e del presidenzialismo. E lo fa dalle pagine dell'ultimo libro di Bruno Vespa, Nel segno del Cavaliere, rispondendo alle domande del giornalista. Nella riforma costituzionale meglio maggiori poteri al primo ministro o un capo dello Stato con poteri operativi come in Francia?  "Presidenzialismo o no, toccherà agli organi direttivi del mio partito assumere una decisione. Io mi adeguerò". E' la maggioranza che dovrà fare la prima proposta. Ma il problema centrale delle riforme è in ogni caso l'aumento dei poteri del premier. "Fa parte della riforma della seconda parte della Costituzione che abbiamo in programma, riforma necessaria per rendere efficace ed incisiva l'azione del governo, dotando il presidente del Consiglio di poteri che oggi non ha, mettendolo sullo stesso piano dei suoi colleghi in tutto il mondo". Più poteri al premier - Berlusconi ribadisce che, per rafforzarne il ruolo, si dovrebbe consentire a un presidente del Consiglio di "nominare i ministri, dar loro istruzioni vincolanti e sostituirli se non funzionano. Oggi il premier è appena un 'primus inter pares'. Soltanto con l'autorevolezza personale riesco a supplire a poteri che si limitano di fatto soltanto alla stesura dell'ordine del giorno delle sedute del Consiglio dei ministri". In Gran Bretagna il primo ministro può decidere la data di scioglimento della Camera e scegliere la data delle elezioni. E' immaginabile da noi qualcosa del genere?, chiede Vespa. "Soltanto in questo modo il premier ha un potere reale di condurre la politica del suo governo - risponde Berlusconi -  Sarebbe un passaggio forte, ma non voglio creare problemi con l'opposizione e perciò non insisto".   Quale sistema la convince di più tra quelli europei?. "Sono aperto a qualunque soluzione possa rendere il Paese più governabile. Mi limito a chiedere di poter operare, visto che ogni giorno devo constatare di non poterlo fare". A fianco degli italiani - Un dato è certo. il Cavaliere nonlascerà la vita politica prima che finisca il suo mandato. "Finché gli italiani mi vorranno alla loro testa, al loro fianco per combattere in nome della libertà e della democrazia è mio dovere rispondere a così tanta fiducia dedicando a questo tutte le mie energie. Credo di aver compreso la spinta dal basso della nostra gente del nostro popolo, prima e meglio di altri. Gli italiani me ne danno atto di continuo, perfino oltre i numeri del risultato elettorale del nostro movimento, come attestano tutti i sondaggi".

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