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"Prince of Persia": fioccano accuse di razzismo

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Il film della Disney viene contestato per la scelta degli attori

Tatiana Necchi
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Accuse di razzismo per "Prince of Persia", il film che la Disney ha voluto trarre dal famoso videogioco ambientato fra le sabbie dei deserti mediorientali. Mentre la saga ludica aveva sorpreso piacevolmente molti critici per la capacità di mostrare gli abitanti del mondo mediorientale come principi e cavalieri anzichè come pericolosi terroristi, il film, ha suscitato non poche proteste per la scelta da parte della produzione di non ingaggiare tra il cast nessun attore asiatico, neppure per i ruoli chiaramente etnici. Nei panni del protagonista, il principe persiano del titolo, c'è l'americano Jake Gyllenhaal, al suo primo blockbuster dopo i ruoli impegnati in Donnie Darko, Jarhead e in quello più noto di un cowboy gay in Brokeback Mountain. Al suo fianco la giovane attrice inglese Gemma Arterton (appena vista a Cannes protagonista della commedia Tamara Drew di Stephen Frears) che interpreta una iraniana e il più esotico fra i membri del cast, il Premio Oscar Ben Kingsley, di sangue indiano ma tanto inglese da vantare il titolo di Sir, è stato ingaggiato per il ruolo del cattivo. Anche i personaggi minori, riporta il Los Angeles Times, che ha raccolto le proteste dei rappresentati delle comunità musulmane a Los Angeles, sono rappresentati da bianchi. Guy Aoki, presidente della Media Action Network for Asian American è convinto del fatto che i produttori di Hollywood non ingaggino attori dai tratti etnici per paura di perdere audience: «Assumere che il pubblico non andrà al cinema per vedere protagonisti asiatici è presuntuoso ed è un insulto».  Jerry Bruckheimer, produttore di "Prince of Persia" non ha voluto commentare la dichiarazione. Il film uscirà questo fine settimana negli Stati Uniti e solo allora sarà possibile capire se la proposta delle associazioni di boicottare la pellicola avrà fatto presa sul pubblico. La trama del film unisce quella dei vari capitoli del videogioco, in tutto nove, a partire dal 1989: Gyllenhaal è Dastan, un principe dell'antica Persia che vuole impedire a un malvagio re di impossessarsi delle Sabbie del Tempo, un oggetto magico in grado di permettere viaggi spaziotemporali. Fra combattimenti sulle dune e salti acrobatici, l'eroe cercherà di raggiungere il suo intento aiutato dalla principessa Tamina. «Abbiamo voluto che i combattimenti fossero realistici - racconta Gyllenhaal che ha messo su una muscolatura degna di un body builder durante le riprese - ho voluto fare il maggior numero di stunt e duelli io stesso per mettermi alla prova. È stato molto divertente. Naturalmente io ero legato a una fune che mi aiutava in questi movimenti, ma ogni volta era sempre un po' spaventoso. Al primo salto non credevo ai miei occhi allo spazio che ero riuscito a coprire». Gemma Arterton dopo il successo di "Scontro fra titani" è tornata a recitare in mezzo a spade e combattimenti: «Girare a Marrakesh è stato bellissimo - racconta l'attrice, diretta nel film dal regista Mike Newell autore in passato di Donnie Brasco e Harry Potter e il calice di sangue - mi sentivo una vera principessa del deserto». Guy Aoki ribatte rassegnato: «Si sentiva, ma non lo era».

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