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La Russia ha perso la pazienza. Vuole entrare nella Wto

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A sei anni dalla firma degli accordi bilaterali, Medvedev vuole dare un'accelerata

Roberto Amaglio
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E' dal 2005 che si parla dell'ingresso della Russia nella World Trade Organization. Un'entrata che appariva prossima già dopo la firma nell'aprile del 2004 del nuovo protocollo bilaterale tra la Wto e l'Unione Europea, tanto che a Roma e in altre capitali del vecchio continente iniziarono a tenersi riunioni ed assemblee sulla rivoluzione e le prospettive che tale ingresso avrebbero comportato nel mercato del lavoro. Tuttavia, da allora, la Russia è sempre rimasta sull'uscio, in attesa che qualcuno le aprisse e, talvolta, bussando per ricordare che lei era ancora là fuori ad aspettare. Ma ora, dopo sei anni da quella firma, il presidente russo Demitri Medvedev non ci sta e alza la voce. Nell'incontro di martedì con gli esponenti del business americano nella residenza di Gorki, infatti, il numero uno del Cremlino ha dato il suo ultimatum, da un lato accogliendo le ultime condizioni poste per l'ingresso della Russia nella Wto e dall'altro tornando a premere affinché finalmente le porte dell'organizzazione del commercio le vengano finalmente aperte. "Alcune delle difficoltà avanzate fin ora dalla leadership americana verranno al più presto risolte - ha detto Medvedev -, nel caso specifico quella della tutela dei diritti di proprietà intellettuale". Qualora la Russia ottenesse questo tanto cercato pass, la Wto (organizzazione con sede in Svizzera creata allo scopo di supervisionare gli accordi commerciali tra gli stati membri) arriverebbe a contare 154 membri, che rappresentano circa il 97% del commercio mondiale di beni e servizi.

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