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I finiani: "Aboliamo le province". Ma il Senatùr protesta

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In quattro mesi saranno soppresse quelle con meno di 220mila abitanti. Bossi: "Se provi a tagliare la provincia di Bergamo, succede la guerra civile"

Michela Ravalico
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Scende il disgelo tra Cavaliere e finiani. E spuntano le pretese. Quelle dei sodali del presidente della Camera, Gianfranco Fini, sono tre: una via preferenziale per il provvedimento anticorruzione; il ripristino del testo licenziato dalla Camera sulle intercettazioni; l'abolizione di tutte le province. Vota il sondaggio sulla home page del sito www.libero-news.it Le richieste sono state presentate ieri pomeriggio dai finiani Italo Bocchino e Andrea Augello durante un incontro a Palazzo Grazioli con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi. Secondo quanto viene riferito, il premier avrebbe dato la sua disponibilità per velocizzare l'approvazione del provvedimento anticorruzione. I due parlamentari ex An hanno anche preannunciato la lettera inviata al ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, con la richiesta di introdurre nella manovra l'abolizione totale delle Province. I finiani su questo tema faranno battaglia in Parlamento, senza imboscate ma alla luce del sole, e già da domani partirà una raccolta firme tra i parlamentari che vogliono sostenere questa iniziativa. Il ministro, da parte sua, ha smentito le indiscrezioni su un simile provvedimento: "È una notizia falsa. Nella manovra economica varata dal governo non ci sarà nessuna abolizione delle province". Solo la soppressione di quelle con meno di 220 mila abitanti. Poi bisognerà attendere quattro mesi per la delineazione delle aree delle nuove circoscrizioni. Lo prevede l'articolo 5 della manovra. Le norme danno facoltà ai comuni, entro 60 giorni, di scegliere la nuova provincia tra quelle non soppresse della propria Regione e prevede 120 giorni prima che un decreto del presidente del Consiglio arrivi "alla nuova determinazione delle circoscrizioni provinciali". Ancora 2 mesi e saranno trasferiti i beni e le risorse delle province soppresse. Ieri un commento alla proposta finiana è arrivato anche dal leader della Lega Umberto Bossi. Presenti i ministri Tremonti e Calderoli, il Senatùr ha affermato che "andare oltre sarà difficile. Ci sono alcune province che non sono toccabili". E poi scherzando ha aggiunto: "Se provi a tagliare la provincia di Bergamo, succede la guerra civile...". Anche sulle intercettazioni, il premier si sarebbe dimostrato disponibile, come del resto ha già spiegato il Guardasigilli Alfano, a ritornare al testo licenziato dalla Camera.  Proprio Angelino Alfano, questo pomeriggio, ha dato due annunci importanti: primo che il governo, ad ora, esclude di ricorrere alla fiducia sul ddl anti intercettazioni, soprannominata Legge Bavaglio.  

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