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Asilo politico all'ex imam di viale Jenner

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Stampa araba: "Servirà a evitare ulteriori critiche da parte dell'Ue, dopo il caso Abu Omar"

Eleonora Crisafulli
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E' stato concesso l'asilo politico ad Abu Imad, l'ex imam della moschea di viale Jenner a Milano, condannato il 28 aprile scorso a 3 anni e 8 mesi per associazione per delinquere con finalità di terrorismo internazionale. A quanto si apprende il leader religioso sta scontando la pena nel carcere di Benevento, dopo aver trascorso solo qualche giorno a San Vittore. A concedere l'asilo è stata l'apposita commissione ministeriale per la Lombardia. Il difensore Carmelo Scambia si dice "non poco sorpreso e meravigliato per la conferma della condanna per quel tipo di reato, conseguente la campagna giornalistica e politica da anni in corso contro la moschea di viale Jenner". Poi aggiunge: "Ho letto velocemente il provvedimento con cui si concede l'asilo politico che, però, ho preferito lasciare al mio assistito con l'accordo che mi avrebbe mandato una fotocopia. Abu Imad dovà scontare 8 mesi prima di poter accedere eventualmente alla messa in prova nei servizi sociali. Per adesso io non posso fare niente, devo solo aspettare". La stampa araba - Ieri mattina la stampa araba riportava le dichiarazioni di un membro della comunità islamica lombarda, Muhammad Rida al-Badri, presentato come vice direttore dell'Istituto Culturale islamico di Milano, secondo cui "Abu Imad ha ottenuto ora l'asilo politico dall'Italia, pur avendolo chiesto ben 17 anni fa, perché in questo modo le autorità italiane vogliono impedire che venga consegnato a quelle egiziane, come già chiesto dal Cairo". Non è finita qui: "Per diversi motivi vogliono che Abu Imad rimanga nelle carceri italiane e uno di questi è quello di evitare nuove critiche da parte dell'Unione Europea nel caso in cui venisse consegnato all'Egitto". In questo modo gli italiani vorrebbero, sostiene ancora al Badri, "evitare che si parli delle violazioni dei diritti umani commesse in passato per non portare questi fatti a conoscenza dell'opinione pubblica ed evitare ulteriori polemiche, come è avvenuto invece nel caso dell'altro imam egiziano che operava a Milano, Abu Omar".

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