Il decreto della Gelmini è legge
Cortei e scontri tra studenti
Il decreto sulla scuola è diventato Legge. Con 164 voti a favore, 134 contrari e 3 astenuti il Senato ha infatti approvato in via definitiva il decreto legge (il 137 del 2008) del ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. La legge prevede, tra le altre cose, il ritorno dal 2009-2010 delle classi conil maestro unico nella scuola primaria e il voto in condotta che faràmedia con quelli conseguiti nelle altre materie di studio. "La scuola cambia", ha sottolineato il ministro subito dopo l'esito favorevole della votazione, "si torna alla scuola della serietà, del merito e dell'educazione". La Gelmini ha anche ricordato che "provvedimenti come il voto in condotta contro il bullismo, l'introduzione dell'educazione civica, dei voti al posto dei giudizi, il contenimento del costo dei libri per le famiglie e l'introduzione del maestro unico sono condivisi dalla gran parte degli italiani". Per questo "ringrazio il governo e la maggioranza parlamentare per il sostegno al provvedimento". "Fuori dagli equivoci e dallestrumentalizzazioni, il decreto Gelmini è un passo avanti versola riforma della scuola". Sono queste le parole del sindaco di Roma Gianni Alemanno. "Oggi", ha aggiunto Alemanno, "il decreto èstato applicato e ora bisognerà applicarlo. Mi auguro chenell'applicazione ci sia dialogo con gli studenti anche peraccogliere loro eventuali istanze. In questo senso, il decreto non deve essere uno strumento calatodall'alto". Ma la scuola non ci sta. E nonostante il via libera del Senato gli studentiassembrati sotto Palazzo Madama non smettono di manifestare: "Continueremo al nostra lotta nelle Università e nelle scuole". Accanto a loro anche tutti i 119 parlamentari del Pd e i 14dell'Italia dei Valori. Ora che il decreto Gelmini è legge idipietristi si dicono"pronti a raccogliere le firme per ilReferendum abrogativo, così daremo ai milioni di studenti,insegnanti e genitori lo strumento che la Costituzione riconosce percancellare leggi barbare e sbagliate". D'accordo anche il Pd, che sottolinea come il referendum sia uno "strumento di democraziadiretta per rispondere a questo governo che si tappa orecchie e bocca". E mentre in piazza Navona e piazza delle Cinque Lune si sono registrati momenti di tensione, con tafferugli tra manifestanti e polizia e tra gruppi di destra e di sinistra, a Milano sono diversi i cortei studenteschi che minacciano l'invasione della città.