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Appalti G8, va tutto a Roma

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La Cassazione ha stabilito che la competenza territoriale non è della Procura di Firenze ma della capitale. Il processo riparte da zero e Balducci chiede la scarcerazione. Ancora valide le misure cautelari

Paolo Franzoso
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L'avvocato Gabriele Zanobini, difensore dell'ex presidente del consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci, detenuto dal 4 marzo nel carcere di Prato, ha presentato istanza di scarcerazione alla prima sezione del tribunale penale di Firenze. Si chiede l'inefficacia del provvedimento cautelare a seguito della decisione della Cassazione che trasferisce l'inchiesta sul G8 da Firenze a Roma, accogliendo l'istanza dei difensori degli indagati a cui viene contestato il reato di corruzione. La competenza a procedere sugli appalti del G8 e in particolare quello della scuola marescialli dei carabinieri spetta al tribunale di Roma, città dove si sarebbe “consumato” il reato. Effetto della pronuncia della Suprema corte è l'annullamento del processo con rito immediato che doveva cominciare a Firenze il 15 giugno nei confronti degli indagati, tra i quali figura il coordinatore del Pdl Denis Verdini. Confermate, invece, le misure cautelari. La Cassazione, con la decisione presa ieri sera di trasferire da Firenze a Roma il processo sull' inchiesta G8 di Grandi eventi, "non ha ritenuto di dover revocare le misure cautelari disposte nell'ambito di questo procedimento".  In sostanza, per altri 20 giorni, Fabio De Santis (ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana), l'imprenditore Francesco Piscicelli (quello che rideva nel letto la notte del terremoto in Abruzzo) e l'avvocato Guido Cerruti potrebbero continuare a subire le misure cautelari. Per la Suprema Corte, come si apprende, le misure cautelari adottate nei loro confronti "pur essendo state emesse da una magistratura territorialmente incompetente non sono caratterizzate da una clamorosa illegittimità, anzi, c'erano motivi di urgenza che le hanno supportate". Potrebbe nascere una piccola controversia intorno a Piscicelli. Il procuratore capo di Firenze, Giuseppe Quattrocchi, ha affermato che il processo per l'indagato agli arresti domiciliari non traslocherà a Roma perché "Piscicelli ha chiesto il rito abbreviato" e perciò il processo "si deve fare" a Firenze.  

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