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I Giovani di Confindustria si schierano con Calderoli sulla libertà di impresa

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La Guidi promuove la manovra, ma chiede al governo riforme, la modifica della Costituzione e un nuovo patto sociale. Montezemolo: "Scendere in campo"

Eleonora Crisafulli
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"Senza il rigore siamo un Paese spacciato. Ma senza crescita siamo un Paese morto". Così si rivolge ai giovani imprenditori di Confindustria, in occasione del 40esimo convegno, la presidente Federica Guidi. Quella tra rigore e crescita quindi è "una falsa antinomia". E' vero che occorre stare attenti ai conti pubblici, ma è anche vero che "mai come in questo momento, andrebbe messa in campo tutta la forza di quelle riforme che il Paese aspetta da anni, e che possono riaccendere la crescita: le liberalizzazioni, una riforma fiscale che anche a parità di saldi almeno razionalizzi gli adempimenti, un importante snellimento e semplificazione della p.a., proseguendo e rafforzando gli sforzi del ministro Brunetta". Tagli e riforme - Il pensiero dei giovani arriva a sostegno della posizione dei "grandi" industriali. Come per la Marcegaglia, anche per la Guidi la manovra economica varata dal governo era necessaria e i provvedimenti presi per far rientrare denaro nelle casse dello Stato corretti, ma i tagli non bastano. Occorre pensare allo sviluppo, prendere "scelte difficili e coraggiose" per fronteggiare una bufera che non è ancora passata: "Il bilancio che si può fare della situazione economica del nostro Paese non è buono. Chi si illudeva alcuni mesi fa che la bufera fosse passata ha dovuto subire un brusco risveglio nei giorni più bui della crisi greca. Oggi abbiamo di fronte la grande crisi delle finanze pubbliche europee, che è soprattutto quella del modello sociale europeo". E' "una malattia tutta europea, frutto di stasi che hanno vissuto al di sopra dei propri mezzi per garantirsi il consenso a spese della razionalità e dell'efficienza economica. Questa è la crisi dello Stato costruito dai nostri padri, di cui pagheremo il conto noi ed i nostri figli fino all'ultimo euro". Una democrazia della responsabilità - Per evitare che le la difficile situazione si protragga "dobbiamo costruire una democrazia della responsabilità. Responsabilità di tutti, politici, funzionari, privati cittadini". Questo significa "non solo la lotta all'evasione e all'illegalità ma scrivere insieme un nuovo patto sociale. Un patto sociale però non è un assegno in bianco. La responsabilità deve essere anche e soprattutto nel settore pubblico". Modificare la Carta - I giovani imprenditori promuovono inoltre la proposta del ministro Roberto Calderoli di semplificare e velocizzare al massimo la nascita delle nuove imprese, attraverso la modifica dell'articolo 41 della Costituzione: "L'iniziativa proposta dal governo di una modifica costituzionale a favore della libertà d'impresa può avere effetti grandemente positivi. Da anni auspichiamo la deforestazione normativa del Paese". Ora, però, "speriamo che questa misura diventi una priorità per il Governo". Alla Guidi fa eco il presidente di Ferrari. Per Montezemolo la politica ha le sue responsabilità ma non ci si può solo lamentare: "Pensare che i problemi dell'Italia siano tutti da addebitare solo alla politica è sbagliato, ma non si può stare solo in tribuna a dire che le cose non vanno senza poi andare in campo. Abbiamo bisogno di una classe dirigente civile che abbia la capacità di prendere posizioni, ma non ci si può sempre lamentare bisogna anche dare un contributo perchè le cose cambino veramente".

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