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Le centrifughe di Kevin Costner contro la marea nera

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Per ripulire le acque la BP si affida all'attore statunitense, produttore delle OTS

Roberto Amaglio
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Dopo l'intervento di James Cameron (il regista di Avatar), ora in campo contro la marea nera arriva pure Kevin Costner. L'attore e regista americano, però, non è stato interpellato da Obama o dalla British Petrolium per trovare qualche alchimistica soluzione al disastro ambientale (non centra nulla, quindi, che Costner abbia diretto il film Waterworld), bensì per fornire 32 “centrifughe del mare”, ritenute dagli addetti ai lavori della BP come efficacissime per ripulire le acque dal costoso e inquinante liquame. Si chiamano Ocean Therapy Solutions (OTS) queste particolari centrifughe marine che l'attore (in collaborazione con il fratello scienziato) ha perfezionato in circa 15 anni di lavoro, spendendo in investimenti 20 milioni di dollari. La loro funzione è quella di aspirare l'acqua, centrifugarla, e separare al 99% le sostanze inquinanti, senza produrre ulteriore inquinamento. ''Se i miei macchinari fossero stati impiegati per il disastro della Exxon Valdez - ha detto Kevin Costner, intervistato dalla ABC - il 90% di quel petrolio sarebbe stato pulito in una settimana''. Le macchine, infatti, possono filtrare fino a 750 litri di acqua al minuto. Significa che possono "estrarre" dalla marea nera del Golfo del Messico fino a 2mila barili di petrolio al giorno. Ecco spiegato quindi il massiccio ordine della British Petrolium, la quale ha testato i macchinari in un test a New Orleans. ''Abbiamo verificato che questo tipo di tecnologia funziona - ha detto il capo dell'ufficio operativo della Bp, Doug Suttles - e oggi abbiamo proceduto con il primo, significativo ordine di acquisto di trentadue centrifughe del mare''.

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