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Province e Comuni da Tremonti. Apertura sul Patto di Stabilità

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Doccia fredda però sulle Regioni. "Lo Stato non può fare tagli". Il peso rimane sugli enti

Roberto Amaglio
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La fumata bianca, ovviamente, non c'è stata. Tuttavia, in virtù di come era iniziata la giornata (Anci e province sul piede di guerra contro la manovra), il Governo e soprattutto il ministro Giulio Tremonti possono considerarsi soddisfatti del primo incontro con i rappresentanti degli enti locali. Accolti a Roma dal ministro dell'Economia Tremonti, dal ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli e dal Presidente del Senato Renato Schifani, infatti, i delegati delle Province e dei Comuni si sono detti soddisfatti delle aperture ipotizzate in merito ai tagli previsti dalla manovra economica: fatto salvo l'importo da recuperare, ci sono margini per le trattative. Quei 300 milioni di euro di tagli per le Province, infatti, possono essere recuperati in modo diverso: nel primo incontro di via XX Settembre, si è parlato per ora di una revisione del catasto e della flessibilità di cassa sul 2010, ossia del tanto discusso Patto di Stabilità, anche se non si è parlato di inserire altri emendamenti a riguardo nella disegno di legge ma solo di un'apertura a ottobre di un tavolo sulla carta delle Autonomie. Insomma si è trattato solo di un incontro preliminare, ma da qualche parte bisogna pur cominciare. Acque smosse – Rasserenato dall'esito della giornata Sergio Chiamparino, sindaco di Torino e presidente dell'Anci. “C'è un impegno reciproco a cercare di individuare un percorso in cui inserire delle modifiche che riguardano le cifre grosse da distribuire. Questo a soldi e saldi invariati. Comunque nel corso della lettura al Senato il testo assumerà una conformazione che ci permetterà di dare un giudizio e, nel caso, prendere i relativi provvedimenti. Tuttavia l'aspetto fondamentale della giornata di oggi è che siamo riusciti a smuovere un po' le acque”. Bocciatura per le Regioni - Nella conferenza Stato-Regioni, però, sono arrivate brutte notizie per le Regioni. "Noi non abbiamo alternative sui saldi, sui soldi e sulla distribuzione", ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti, al termine dell'incontro con le Regioni sulla manovra economica. "Il governo centrale è già stato oggetto di tagli negli anni passati e ulteriori riduzioni non sono sostenibili. Abbiamo tante volte simulato ipotesi diverse della dinamica di riduzione della spesa. La massa comprimibile, la parte riducibile del Governo centrale è già stato oggetto di riduzione negli anni passati. Una delle visioni sbagliate è guardare solo a questa manovra. Che è molto importante, ma non si può non guardare indietro quando sono state fatte riduzioni molti forti sul Governo centrale". Insomma, il grosso del peso della manovra resta sulle spalle delle Regioni. Formigoni deluso – E dire che Formigoni poche ore prima della Conferenza Stato-Regioni non aveva mancato di far sentire la sua voce. “Chiederemo al governo di presentarsi con cambiamenti seri, non bastano piccoli ritocchi, questa è una manovra difficilmente emendabile, ne occorre un'altra che rispetti i 25 miliardi totali e che distribuisca equamente i tagli previsti”. Evidentemente, almeno per Tremonti, non è stato possibile.

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