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Maroni: "Malpensa nuova frontiera dell'immigrazione"

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Lo scalo milanese ha superato Lampedusa. Il ministro esclude la creazione di un Cie e conferma i body scanner

Paolo Franzoso
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“ Ormai Malpensa è probabilmente la prima frontiera" degli ingressi irregolari in Italia "avendo superato Lampedusa". Il Ministro dell'Interno, Roberto Maroni svela qual è il nuovo punto d'accesso dell'immigrazione clandestina. Intervenendo questa mattina allo scalo varesino per una ricerca di Sea sui controlli sull'immigrazione irregolare in aeroporto, Maroni spiega che "da un anno a questa parte Lampedusa è uscita dal circuito dei trafficanti di essere umani” e che “i flussi irregolari dalla Libia a Lampedusa si sono praticamente interrotti”. Di conseguenza “Malpensa diventa il punto di attenzione tra i più significativi in Europa" perché "a differenza di Lampedusa l'aeroporto lombardo non è solo il punto di arrivo dell'immigrazione clandestina, ma anche ad esempio dei richiedenti asilo e di altre fattispecie di immigrazione". Lo scalo milanese, insieme ad altri grandi aeroporti europei come quelli di Parigi, Londra, Francoforte ed Amsterdam, è infatti uno dei nodi principali dell'immigrazione per via aerea in Europa, particolarmente favorito per la vicinanza alla Svizzera e alla Francia. In base allo studio presentato quest'oggi gli immigrati irregolari pagano alle organizzazioni criminali 10-15 mila euro per il servizio che include spesso l'utilizzo di documenti falsi. Presso l'aeroporto di Malpensa, secondo quanto emerge, dal 2006 al 2009 si è assistito ad una forte diminuzione dei respingimenti, ma questo anche in virtù della riduzione dei voli intercontinentali. Dai 3.986 casi del 2006 ai 2.750 del 2007, le cifre si sono dimezzate nel 2008 con 1.401 e nel 2009 con 784 casi. Nessun Centro di identificazione ed espulsione – Nonostante Maroni ammetta l'emergenza per lo svilupparsi del fenomeno, il ministro esclude che sia creato nel breve periodo un Centro di identificazione ed espulsione (Cie) presso l'aeroporto. La richiesta di istituzione era pervenuta dal vice sindaco di Milano, Riccardo De Corato. "Non è previsto un Cie a Malpensa – risponde Maroni - noi abbiamo, al momento, dieci Cie in nove regioni e prima di raddoppiarli in realtà che li hanno già, bisogna completare il nostro piano". Il piano del Viminale prevede l'apertura di altri quattro centri entro la fine dell'anno in Veneto, Toscana, Marche e Campania, mentre nel 2011 si completerà il programma istituendo i restanti sette. La porta però non è completamente chiusa. "Se poi - aggiunge il ministro - c'è una richiesta da parte degli enti locali, la valuteremo. Per adesso abbiamo individuato i criteri da seguire per la scelta della localizzazione: vicino agli aeroporti e in strutture appartenenti al demanio". Body scanner in tutti gli aeroporti – Maroni prende l'occasione per ribadire l'utilità dei body scanner - in sperimentazione da gennaio negli scali di Venezia, Fiumicino, Palermo e Malpensa - e parla di “polemica senza fondamento” sugli effetti nocivi che i dispositivi potrebbero avere. "Dal punto di vista della salute il rischio è zero", dice, ricordando le verifiche effettuate in tal senso, ma anche quelle relative alla tutela della privacy. "Al termine della sperimentazione, probabilmente a fine settembre - conclude - se i risultati saranno soddisfacenti, installeremo body scanner in tutti gli aeroporti, per sigillare tutto il circuito aeroportuale". Gli unici problemi restano quelli legati alla privacy e per questo il periodo di prova è stato allungato per permettere la modifica “del software, l'algoritmo, per evitare problemi di privacy e rispettare quanto stabilito dall'Autorità”. Omogeneizzazione delle regole europee per le richieste di asilo politico - Per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina, Maroni chiede aiuto all'Unione Europea, al fine che si stabiliscano norme comuni in materia. "Le normative in Europa sono complesse - spiega il responsabile del Viminale - e stiamo cercando di aggiornarle. La procedura è farraginosa e complicata, non è disegnata nell'interesse del richiedente asilo. Stiamo lavorando per renderla omogenea in tutti i paesi europei e per non lasciare gli oneri solo ai paesi di primo ingresso, cioè quelli di frontiera, che altrimenti risultano penalizzati". "La revisione in Europa delle regole sul diritto d'asilo e sull'immigrazione - prosegue il ministro - porterà a un potenziamento di Frontex, l'organizzazione europea per il controllo dei confini. Oggi coordina il pattugliamento ed è più efficace su terra che su mare. Vogliamo che assuma direttamente l'incarico non solo il pattugliamento con mezzi propri, ma anche ciò che accade dopo l'ingresso dei clandestini, che controlli e regoli il flusso dell'immigrazione, le procedure di identificazione, di richiesta asilo e di rimpatrio attraverso voli Frontex".

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