Il Governo cede: tratterà con le Regioni
Giovedì l'incontro con Tremonti, ma i Governatori chiedono Berlusconi. Intanto la Commissione vara i tagli flessibili
Arriva un nuovo capitolo fresco fresco nella diatriba tra il Governo e le Regioni. Nemmeno a distanza di 24 ore dalla nota ufficiale di Palazzo Chigi che sembrava far saltare il tavolo di confronto tra l'esecutivo e i governatori, nel pomeriggio di martedì è intervenuto il ministro per gli Affari Regionali, Raffaele Fitto, che ha riaperto le porte del dialogo agli enti locali. "Ho convocato la conferenza unificata Stato-Regioni per giovedì alle ore 15, con all'ordine del giorno la manovra. In quella sede sarà presente anche il ministro dell'Economia". Si tratta – Del resto nemmeno l'ampia maggioranza presieduta dal Premier Silvio Berlusconi poteva trascurare le richieste dei governatori che, alla notizia dell'incontro negato, avevano immediatamente messo in cantiere una serie di iniziative eclatanti per protestare contro la manovra: prime tra tutte, la convocazione della Conferenza delle Regioni, fissata per mercoledì mattina a Roma per approfondire proprio le azioni anti-tagli. Riapertura del capitolo enti locali inevitabile, dunque, anche se i rappresentanti dei Comuni e delle Regioni avranno ben poco tempo per esporre le proprie rimostranze al ministro Tremonti. La convocazione della Conferenza, tuttavia, non soddisfa i Governatori. Il presidente della conferenza delle Regioni, Vasco Errani, e i presidenti di Regione Lazio e Regione Lombardia, Renata Polverini e Roberto Formigoni, chiedono invece un incontro con il Premier. "A questo punto, al di là della conferenza unificata di giovedì, è quanto mai necessario un incontro politico tra i presidenti delle Regioni e il presidente Berlusconi", hanno sostenuto i tre, i quali hanno anche confermato la minaccia di restituire le deleghe in caso di fumata nera delle trattative. L'iter della manovra economica, intanto, è stato ormai delineato. Il dibattito al Senato dell'intero pacchetto inizierà giovedì 8 luglio, ossia in concomitanza con la conferenza unificata Stato-Regioni. Dopo una settimana di dibattito, infine, il voto è atteso per mercoledì 14 luglio. A stabilire il ruolino di marcia è stata la conferenza dei capigruppo che si è svolta questo pomeriggio a Palazzo Madama. Visti i pochi giorni dedicati al confronto in Aula (5 esclusi il sabato e la domenica), l'ipotesi della questione di Fiducia prende quota. Tagli flessibili – Oltre all'incontro, una buona notizia per le Regioni arriva dal relatore della manovra Antonio Azzollini, il quale ha annunciato che la commissione Bilancio del Senato ha approvato il suo emendamento riguardante il Patto di stabilità che lascia invariati i tagli per Regioni, Province e Comuni, ma introduce una flessibilità nella ripartizione per le Regioni virtuose. Così i tagli per le Regioni rimarranno di 8,5 miliardi in due anni, ma saranno premiati gli enti virtuosi che rispettano il patto di stabilità interno, che hanno spese per il personale più basse in rapporto alla spesa corrente, che frenano la spesa sanitaria e contrastano le false invalidità. A tal proposito, criteri e modalità dei tagli saranno decisi nella Conferenza Stato-regioni entro 90 giorni dalla conversione in legge della manovra. Anche sindaci (tagli per 3,7 miliardi) e Province (800 milioni) decideranno in quella sede. Emendamenti – Intanto, in aggiunta agli oltre 2000 emendamenti già presentati alla manovra, ne sono arrivati altri, scaturiti dall'incontro di lunedì sera tra il Cavaliere Berlusconi e il ministro Giulio Tremonti. A confermarlo il relatore della legge Antonio Azzollini. Tra questi l'accoglimento delle richieste sul fisco avanzate da Confindustria e dalla Marcegaglia nella giornata di lunedì e, alla vigilia della protesta dei disabili a Piazza Montecitorio, anche l'annullamento della norma che alza dal 74 all'85% la soglia di invalidità per poter ottenere il sussidio.