Eolico, indagati Dell'Utri e Cosentino

Paolo Franzoso

Nuovi nomi nell'inchiesta sull'eolico. Nel registro degli indagati della Procura di Roma vengono iscritti, infatti, anche il senatore del Pdl Marcello Dell’Utri e il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, accusati di associazione a delinquere e violazione della legge Anselmi sulle società segrete. Il nome di Dell’Utri, nell’ordinanza di custodia cautelare per l'affarista sardo Carboni, è citato in qualità di commensale alla cena del 23 settembre scorso, in casa del parlamentare Verdini. A quell'incontro a palazzo Pecci Blunt, in base all’atto del gip De Donato, presero parte oltre a Carboni e Dell’Utri, anche Arcangelo Martino, Pasquale Lombardi, l'onorevole Giacomo Caliendo, i magistrati Antonio Martone e Arcibaldo Miller. Dell’Utri avrebbe partecipato anche ad altre due riunioni, a cui presero parte Carboni e gli altri, avvenute il 9 e il 13 dicembre scorso. Cosentino, invece, è chiamato in causa rispetto alla diffamazione nei confronti del presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro. A carico del sottosegretario sono anche le pressioni che avrebbe esercitato sulla Cassazione per anticipare l’udienza in cui doveva essere discusso il ricorso contro la misura cautelare nei suoi confronti dal tribunale di Napoli. Ma per Cosentino le accuse sono "surreali", frutto di "un uso politico della giustizia": "Ancora una volta apprendo dalle agenzie di stampa di essere sotto inchiesta da parte di qualche procura per aver commesso qualcosa. Questa volta mi pare che si tratti di una sorta di banda del torchio dal sapore davvero surreale. Mi chiedo quando e se si finirà di usare la magistratura per altri fini. In ogni caso anche questa volta le impronte digitali sono le stesse". Mozione di sfiducia - Non perde tempo l'Italia dei Valori che presenterà alla Camera una mozione di sfiducia nei confronti di Cosentino, che trova già il sostegno dell'Udc di Casini: "Adesso basta. Cosentino - dice Antonio Di Pietro - deve fare la stessa fine che ha fatto Brancher. Se ne vada a casa e si metta a disposizione dei magistrati. Non possiamo avere al governo una persona che ha avuto dei provvedimenti cautelari per concorso esterno in associazione camorristica e che addirittura risulterebbe appartenere ad un`associazione segreta". La P3 e l'inchiesta del G8 - Dal provvedimento di custodia cautelare reso noto oggi emerge che Carboni, Martino e Lombardi volevano avvicinare anche i magistrati di Firenze che indagavano sul G8 della Maddalena e sugli altri grandi eventi affidati alla Protezione civile. Secondo i magistrati il gruppo utilizzava l’associazione culturale 'Centro studi giuridici per l’integrazione europea Diritti e Libertà' di Lombardi come strumento "per acquisire e rafforzare utili conoscenze nell’ambiente della politica e della magistratura", in base a quanto riportato nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giovanni De Donato. Bocchino contro Verdini - Intanto Bocchino, dalle pagine del Corriere della Sera, chiede le dimissioni di Verdini. "Ci sono altre intercettazioni, non resisterà", ha detto il fedelissimo del presidente della Camera in una chiacchierata con il quotidiano di via Solferino. Insomma, regna un clima di caos nella maggioranza nonostante l’impegno di Berlusconi per abbattere al più presto la faida interna al PdL. Bocchino non si limita a picconare Verdini. Per il "portavoce" di Fini, “È tempo di rilanciare un nuovo grande patto di legislatura tra i due leader del PdL”. La replica del Pdl - Ciò che stupisce maggiormente nel PdL è che Bocchino sia in possesso dei verbali delle intercettazioni. Bondi e Cicchitto dicono che "l’On. Bocchino ha l’obbligo di riferire come sia giunto in possesso di tali verbali, in che modo e attraverso quali canali". E lui risponde che si riferiva "semplicemente all’ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Carboni e soci, documento in possesso di tutte le redazioni dei giornali". Larghe intese – Per fomentare il caos interno alla maggioranza, infine, i primi a raccogliere la palla del governo istituzionale proposta di Pier Ferdinando Casini, sono stati i finiani, nonostante la forte contrarietà leghista ad estendere la coalizione di governo all’Udc. "Il presidente Casini offre oggi al centrodestra tutto una nuova opzione per la seconda parte della legislatura, peraltro senza mettere in discussione il mandato elettorale di Berlusconi" afferma i presidente di Generazione Italia, Italo Bocchino. “E’ evidente – prosegue - che ogni scelta su come affrontare i prossimi anni di governo spetta solo a Berlusconi ma il PdL e la Lega hanno il dovere di aprire una discussione franca sulla proposta di Casini".