Eolico, Silvio non ci sta: "È tutta una montatura"
Il Cavaliere si difende: "Fango e menzogne contro me e il partito". Su Carboni: "Non si mette in galera un uomo di 78 anni"
Sulla stampa nazionale imperversa l'inchiesta sull'eolico e continua a crescere il numero degli indagati tra gli alti papaveri del Popolo della Libertà. In queste ore sotto il tiro dei media ci sono Cosentino, Dell'Utri e Verdini e il coro che si leva dall'opinione pubblica è quello di rito: dimissioni. Ma il premier Silvio Berlusconi non ci sta, per lui si tratta dell'ennesimo tentativo di "gettare fango" a suon di "menzogne" e "operazioni di disinformazione" con l'intento di mettere in crisi il suo partito. Il Cavaliere ieri ha parlato, chi gli è vicino garantisce abbia un uomore pessimo ma che allo stesso tempo non sia scoraggiato: "È tutta una montatura". Silvio ne è certo. "Si tratta di una cosa assurda - avrebbe detto il capo del governo - due pensionati che millantavano credito, due ignoti personaggi che nessuno conosce, ma ci rendiamo conto?". Berlusconi interviene anche nel merito degli arresti a Flavio Carboni: "Non si mette in carcere un uomo di 78 anni". I veleni delle inchieste non fanno che aumentare il livello di tensione all'interno del PdL, dove oltre al "duello" Berlusconi-Fini iniziano ad emergere attriti sempre più evidenti fra le anime del partito. L'ultimo intervento urticante è arrivato stamattina dal ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna. Intervistata sulle pagine di Repubblica, ha sostenuto che Nicola Cosentino si dovrebbe dimettere chiedendo "un passo indietro". Il ministro spiega così la sua richiesta: "Sono una garantista, ma lo deve fare per opportunità politica" perché "ha tradito gli ideali dei dirigenti e dei militanti del PdL". La Carfagna è ancor più esplicita quando entra nel merito: "Non sono una che ama vedere le teste rotolare ma fino a quando la magistratura non avrà accertato le sue responsabilità è opportuno che faccia un passo indietro, perlomeno da coordinatore regionale in Campania. Sarei favorevole anche alle sue dimissioni da sottosegretario, ma avendolo nominato Berlusconi è lui che deve decidere - prosegue il ministro -. Caldoro invece va sostenuto e incoraggiato per superare questo brutto episodio fatto di dossieraggio per infangarlo come politico e come uomo".