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Onu su ddl intercettazioni: "Da abolire o modificare"

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Frattini: "Sono sconcertato". Oggi in commissione le ultime modifiche

Tatiana Necchi
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Sprint finale e ultime modifiche per il ddl intercettazioni, giunto in prossimità del traguardo in Commissione Giustizia alla Camera. Rispetto alla bozza iniziale presentata dal Governo dopo l'ok del Senato, infatti, è stata la stessa maggioranza a proporre sei nuove correzioni finalizzate a sciogliere alcuni dei nodi più criticati sia da alcune forze parlamentari (opposizione e “finiani”) che dall'opinione pubblica. A presentare gli emendamenti in Commissione sono stati i deputati Enrico Costa (Pdl) e Matteo Brigandì (Lega Nord). Tuttavia questi ritocchi non accontentano i gruppi di minoranza, i quali annunciano battaglia. Prima della scandenza (fissata alle 15), sono state depositate in commissione Giustizia 616 emendamenti: nel dettaglio, il Pd ne ha presentate circa 400, 170 l'Idv e 40 l'Udc. Una pioggia di proposte di modifica che certamente non renderanno agevole il cammino del ddl. E mancano ancora le modifiche promesse dai "finiani", emendamenti che potrebbero trovare l'appoggio dello stesso Pd. E' stato Dario Franceschini ad affermarlo. "Se gli emendamenti che presenterà la finiana Giulia Bongiorno saranno migliorativi del ddl sulle intercettazioni, il Pd li sosterrà. Aspettiamo però di vedere le carte". Novità maggioranza – Dei sei emendamenti proposti dal duo Costa-Brigandì, il primo riguarda l'estensione delle proroghe per procedere alle intercettazioni: queste potranno durare per 75 giorni ed essere prorogate di 15 giorni in 15 giorni, rispetto alle 72 ore originariamente previste. Novità anche per quel che concerne l'acquisizione dei tabulati, per cui servirà l'autorizzazione del giudice per le indagini preliminari, anziché dal tribunale in composizione collegiale, in presenza della gravità indiziaria e dell'indispensabilità ai fini delle indagini. Svolta anche per quel che concerne le intercettazioni ambientali, le quali potranno essere disposte in luoghi pubblici e in luoghi privati anche se non c'è il “fondato motivo” di ritenere che sia in corso un'attività criminosa ma qualora si pensi che, dai risultati, possano scaturire prove fondamentali per il buon esito di un'indagine. Inoltre le regole per utilizzare le intercettazioni nelle indagini per reati contro l'ambiente saranno le stesse che si applicano in quelle contro la mafia e il terrorismo, mentre è scesa a tre anni di carcere (contro i 4 originari) la pena per chi compie registrazioni e riprese video fraudolente. Sanzioni più leggere, infine, per gli editori che pubblicano materiale proveniente da intercettazioni telefoniche segrete. Critiche Onu – Prima che venissero presentate queste rilevanti modifiche, dall'Onu era venuta però una severa bocciatura al ddl, definito pericoloso “per il godimento del diritto alla libertà di espressione in Italia”. A lanciare questo avvertimento il relatore speciale dell'Onu sulla libertà di espressione, Frank La Rue. Consapevole del fatto che il ddl sia una risposta alle preoccupazioni sulla privacy, il referente del Palazzo di vetro ha comunque avvertito che “il disegno di legge nella sua forma attuale non costituisce una risposta adeguata a tali preoccupazioni e pone minacce per il diritto alla libertà di espressione, oltre a prevedere sanzioni sproporziggi inonate rispetto al reato per i giornalisti e gli editori che pubblicano materiale intercettato prima dell'inizio di un processo”. Botta e risposta - Il ministro degli Esteri, Franco Frattini, si dice "fortemente sorpreso e sconcertato" per la presa di posizione del relatore:  "Il processo mediatico è una barbarie, non un principio di diritto. Ecco perché io credo si dovrebbero leggere le proposte legislative prima di fare interventi del genere. In secondo luogo in uno Stato democratico e liberale come l'Italia il Parlamento sovrano decide e sulle proposte in itinere nessuno può interferire". Immediata la replica di La Rue che spera di potersi recare in Italia "in autunno" per "una visita amichevole e tecnica" in materia. Replica Capezzone – Duro sugli ammonimenti Onu il portavoce Pdl, Daniele Capezzone. "Da antico e convinto militante dei diritti umani e civili, troverei utile che i funzionari dell'Onu dedicassero il loro tempo a contrastare le dittature, che troppo spesso dettano legge, o trovano comunque sostegno e copertura, anche nei comportamenti del Palazzo di Vetro. È invece paradossale che si entri nei processi legislativi di uno Stato libero e democratico ed è ancora più paradossale, proprio in tema di stampa ed espressione, che si faccia finta di non vedere che in nessun Paese dell'Occidente avanzato esiste un malvezzo di pubblicare lenzuolate di intercettazioni, come invece continua ad accadere in Italia”.

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