Cosentino si è dimesso. Fini: "doveroso"
Il sottosegretario si difende: accuse inconsistenti. Continuerà a dedicarsi all'attività politica del Pdl in Campania. Evitato il voto di sfiducia. Berlusconi: "ho condiviso la decisione, ma è estraneo ai fatti". E Di Pietro ora chiede l'arresto
E un'altra testa, volenti o nolenti, è saltata. Nicola Cosentino si è dimesso da sottosegretario all'Economia (ma non da coordinatore del Pdl in Campania) . E' il terzo uomo del governo, dopo Claudio Scajola e Aldo Brancher, a mollare la nave dopo essere stato travolto da uno scandalo giudiziario. Nel caso di Cosentino, stiamo parlando dell'inchiesta sull'eolico e la P3. Niente sfiducia, Berlusconi ha preferito evitare la gogna pubblica per un suo uomo. Meglio salvare il partito che finire in aula e contare i voti di sfiducia dell'opposizione, cui si sarebbero sommati anche molti voti della maggioranza, certamente quelli dei finiani. "Lascio per concentrarmi sul Pdl in Campania", ha dichiarato l'ex sottosegretario, che oltre a continuare a lavorare per la sua Regione sarà impegnato anche in Parlamento dove rimane come deputato. E' questo, insomma, l'esito della riunione che si è tenuta questo pomeriggio a Palazzo Chigi tra Silvio Berlusconi, Denis Verdini e lo stesso Cosentino. Cosentino spiega il suo gesto in una nota - "Ho deciso di concerto con il presidente Berlusconi di rassegnare le mie dimissioni da sottosegretario per potermi completamente dedicare alla vita del partito, particolarmente in Campania, anche al fine di contrastare tutte quelle manovre interne ed esterne poste in essere per fermare il cambiamento". Cosentino ha anche voluto precisare di essere estraneo a tutte le accuse rivolte contro di lui. E sulla decisione di Fini di mettere all'ordine del giorno la mozione di sfiducia nei suoi confronti ha attaccato il presidente della Camera accusandolo di essersi basato soltanto "su indimostrate e inconsistenti notizie di stampa". E ancora: «Sono assolutamente sereno che la mia totale estraneità non potrà che essere più che comprovata da qualsivoglia indagine. Parimenti proprio per questa intima tranquillità non posso e non voglio esporre il governo di cui mi onoro di far parte e al cui successo ho contribuito di rimanere colpito mediaticamente per tali inconsistenti vicende". Le reazioni dalla maggioranza- Per Fini si tratta di "dimissioni doverose e indispensabili". Il presidente della Camera, durante la presentazione di un libro, ha detto "Dimettersi anche per potersi meglio difendere in sede giudiziaria per l'onorevole Cosentino era un doveroso e indispensabile atto di correttezza istituzionale, anche per una evidente e solare questione di opportunità politica". Maroni ha preferito non commentare, mentre per il premier "Cosentino è estraneo ai fatti contestati" ed ha la piena fiducia del partito tanto che continuerà a lavorare attivamente in Campania (Cosentino, tra l'altro, è accusato di aver commissionato un dossier per screditare il suo compagno di partito e oggi presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, ndr). L'opposizione - Per Dario Franceschini, capogruppo Pd alla Camera, "le dimissioni del sottosegretario Nicola Cosentino sono una vittoria del Pd e delle opposizioni unite". E ha aggiunto "il Governo Berlusconi sta cadendo a pezzi. La nostra battaglia per la trasparenza e la legalità continuerà senza tregua". Il leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, conferma "Cosentino non poteva fare altrimenti". E alza la posta "adesso chiediamo che la Camera autorizzi il suo arresto". "Dopo la mozione di sfiducia contro Cosentino, inoltre - aggiunge sempre l'ex pm - l'IdV si prepara a chiedere una mozione contro l'intero governo Berlusconi" Fini sgambetta Silvio e fissa la sfiducia a Cosentino per mercoledì prossimo - Questa mattina Gianfranco Fini, in qualità di presidente della Camera ha deciso di fissare la mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv contro il coordinatore camapano, per mercoledì prossimo 21 luglio. Una decisione che ha creato molti malumori nella maggioranza. Su richiesta delle opposizioni, la mozione è stata inserita nel calendario d'aula per mercoledì prossimo, al termine dell'esame del decreto sul rifinanziamento della manovra. Pdl e Lega si sono opposte, perché si era detto di concentrare tutte le energie sulle misure economiche, ma la decisione finale l'ha presa il presidente della Camera. Immediate le proteste al termine della conferenza dei capigruppo. Il capogruppo del Carroccio, Marco Reguzzoni, definisce "grave" il fatto che il presidente della Camera non abbia tenuto conto dell'orientamento della maggioranza dei gruppi. Il capogruppo PdL, Fabrizio Cicchitto, ha espresso "netto dissenso" per la decisione, contestando "questo metodo di lotta politica che sta usando l'opposizione per cui ogni giorno, magari chiedendo la diretta televisiva in pieno stile Samarcanda o Annozero, si fanno processi alla Camera". Secca la replica di Fini, affidata al portavoce Fabrizio Alfano, che cerca di mettere tutti a tacere: fino a quando il Regolamento della Camera lo consentirà "Fini continuerà ad esercitare le sue responsabilità, in assoluta libertà di coscienza e nel rispetto del Regolamento" stesso.