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Ospedali giudiziari, detenuti legati ai letti e sedati come nell'800

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La denuncia del senatore del Pd Marino: la situazione peggiore in provincia di Messina

Eleonora Crisafulli
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I pazienti degli ospedali psichiatrici giudiziari vivono in condizioni disumane, ammassati in piccole celle, legati ai letti e sommersi dalla sporcizia. Sono vittime della più totale indifferenza del personale che invece dovrebbe prendersene cura. Ad accorgersi di loro è stato il senatore Ignazio Marino, presidente della commissione d'inchiesta sul servizio sanitario nazionale, che ha potuto constatare da vicino lo stato in cui si trovano istituti e detenuti, durante un ciclo di ispezione. "Abbiamo visto scene ottocentesche", rileva ancora con sdegno Marino durante una conferenza stampa alla Camera sul sovraffollametno carcerario. Letti di contenzione, lenzuola sporche, un gruppo di nove detenuti costretto nella stessa cella, bottiglie d'acqua nel water con lo scopo di tenerle in fresco sono alcune delle immagini che il senatore ha evocato. La situazione peggiore è stata rilevata l'11 giugno scorso a Barcellona Pozzo di Gotto, nel messinese, dove i detenuti vengono tenuti legati ai letti con un buco per la caduta degli escrementi. Secondo quanto riferisce il senatore nella struttura, "che non ha niente dell'ospedale", dipende ancora dal ministero della Giustizia (e non da quello della salute) ed è più simile a un istituito penitenziario, i reclusi vengono sedati farmacologicamente e quando le medicine non hanno bastano per tenerli fermi e calmi si ricorre alla contenzione fisica. In questi e altri contesti "le misure cautelari particolarmente aggressive sono prevalenti rispetto a quelle di cura".

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