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Ok dal Cdm ai fabbisogni standard, secondo passo verso il federalismo

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Va in soffitta il concetto di spesa storica per i trasferimenti statali. Fassina (Pd): "I comuni dovranno mettere nuove tasse"

Roberto Amaglio
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Mentre il ministro Tremonti e i governatori regionali non se le mandano a dire, confermando la distanza siderale tra le rispettive posizioni in tema di manovra economica, il Consiglio dei Ministri ha dato il primo via libera a uno dei decreti attuativi del federalismo fiscale, ossia quello riguardante i fabbisogni standard di Comuni e Province. Dopo quello sul federalismo demaniale, quindi, la riforma dello Stato tanto cara ai leghisti fa così un altro piccolo passo verso una reale ed effettiva attuazione. Contenuti – Riportando il parere di Roberto Calderoli (Lega Nord), con questo decreto viene messo in soffitta il concetto di spesa storica degli enti, ossia il parametro attraverso il quale venivano decisi i trasferimenti statali. In pratica i fabbisogni di Province e Comuni verranno stabiliti non solo tramite un confronto tra Stato ed enti locali, ma anche tramite l'azione della Sose spa, la quale fornirà gli indicatori di riferimento per la valutazione dell'azione pubblica. Iter – Il testo, passato in Cdm, approderà ora all'esame della Conferenza Stato-Regioni e della commissione bicamerale per il federalismo fiscale. L'ultimo passaggio sulle scrivanie dei Ministri è fissato per settembre, quando è previsto l'ultimo semaforo verde. A rassicurare sui tempi della politica e i prossimi passi del Governo in materia federalista è stato lo stesso Giulio Tremonti. "Il decreto per l'autonomia fiscale degli enti locali arriverà entro fine mese – ha riferito il titolare del Tesoro –, anche se c'è qualcosa da sistemare". Regioni – "Vogliamo aprire subito un confronto sul federalismo fiscale, vogliamo accelerare ma in un percorso trasparente con una discussione preventiva sui decreti attuativi". Questa la posizione di Vasco Errani, Governatore dell'Emilia Romagna nonché portavoce delle Regioni. Critiche Pd – Decisamente scettico sul secondo decreto attuativo del federalismo il partito democratico che, per voce di Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro, ha parlato di una misura che scaricherà sui comuni l'onere politico di introdurre nuove tasse. "Molti enti faranno come la Thatcher nel Regno Unito negli anni '80, dovendo fissare una sorta di poll tax. I comuni verranno anche penalizzati dall'attribuzione ad essi dell'Irpef sugli affitti trasformata in cedolare secca. Dopo la batosta subita con la manovra, i cittadini italiani verranno colpiti dalla pseudo autonomia impositiva per i comuni conseguente allo sbilenco federalismo fiscale di Tremonti e della Lega".

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