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Afghanistan, l'accusa: il Pakistan tradisce gli Usa e sta coi terroristi

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Scoop del sito Wikileaks. Dai 92mila documenti riservati del Pentagono pubblicati emerge che i servizi segreti pakistani fiancheggiano al Qaida. E Karzai accusa: in un raid Nato uccisi 52 civili

bonfanti ilaria
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Nuovo capitolo di morte nell'Afghanistan di Karzai, mentre negli Stati Uniti esplode "la bomba" dei documenti segreti di Wikileaks. In un attacco della Nato sono rimati uccisi numerosi civili. Il presidente afgano, Hamid Karzai, accusa: "Sono 52 i civili uccisi nel Sud del Paese in un recente attacco della Nato". Una guerra che non sembra avere fine: è dal 2001, infatti, un mese dopo l'attentato delle Torri Gemelle, che gli Americani e, in seguito, la Nato sono in guerra con Kabul. E oggi, dagli Stati Uniti, lo scandalo di "Wikileaks2. Sono 92mila i documenti segreti del Pentagono sulla guerra in Afghanistan, dal gennaio 2004 al dicembre 2009, scoperti e pubblicati da "Wikileaks" e ripresi da autorevoli giornali come il "New York Times", il britannico "Guardian", il tedesco "Spiegel". I documeniti segreti - Dalle carte emerge che "il Pakistan, ostentatamente alleato degli Stati Uniti, ha permesso ai funzionari dei suoi servizi segreti di incontrare direttamente i capi talebani in riunioni segrete per organizzare reti di gruppi militanti per combattere contro i soldati Usa e perfino per mettere a punto complotti atti a eliminare leader afghani". Dai file riservati risulta, inoltre, che l'Intelligence pakistana lavorava al fianco di Al Qaeda "per progettare attacchi, facendo il doppio gioco" ed è anche stato rilevato, per la prima volta, che "i talebani hanno usato missili portatili a ricerca di calore contro gli aerei della Nato", come gli Stinger che la Cia fornì ai mujaheddin di Osama Bin Laden per combattere contro i sovietici, negli anni '80. Ma dall'arrivo di Obama alla Casa Bianca, le truppe americane utilizzano molti più droni automatici, malgrado le loro prestazioni siano meno notevoli di quanto ufficialmente riferito. Alcuni si sono infatti schiantati al suolo o si sono scontrati in volo, costringendo così le truppe americane a intraprendere "rischiosissime operazioni di recupero prima che i talebani riuscissero a "impadronirsi dell'armamento dei droni". "La Cia ha allargato le operazioni paramilitari in Afghanistan e, dal 2001 al 2008, ha finanziato l'Intelligence afghana, trattandola come una sua affiliata virtuale".  Secondo il "Guardian" i documenti rivelerebbero il numero crescente di civili uccisi dalle forze della coalizione e dai talebani, riferendo "un'immagine devastante della guerra e del suo stato di fallimento in Afghanistan" Nei rapporti compare anche il ruolo di Osama Bin Laden- E, tra i documenti riservati sulla guerra in Afghanistan, figurano anche diversi rapporti di Intelligence sul ruolo svolto dal leader di Al Qaida, Osama Bin Laden, nel conflitto tra talebani e forze internazionali, tra il 2004 e il 2009. Rapporti che smentirebbero, dunque, quanto affermato, solo il mese scorso, dal capo della Cia, Leon Panetta, secondo il quale le ultime informazioni attendibili su Bin Laden risalivano solo "all'inizio del 2000". In un rapporto, redatto nell'agosto 2006, dall'International Security Assistance Force, si legge: "Si è appreso di un incontro, di alto livello, tenuto a Quetta, in Pakistan, dove a 6 attentatori suicidi sono state date istruzioni per un'operazione nel Nord dell'Afghanistan. Due persone hanno avuto l'incarico di colpire a Kunduz, due a Mazar-e-Sharif e, le ultime due, a Faryab". "Questi incontri - continua il rapporto, citato dal "Guardian" - si tengono ogni mese e, di solito, sono presenti circa 20 persone. Il luogo dell'incontro cambia tra Quetta e villaggi al confine tra Pakistan and Afghanistan. Le quattro più alte personalità presenti a questi incontri sono il Mullah Omar, Leader dei talebani, Osama Bin Laden, il Mullah Dadullah e il Mullah Baradar". Dadullah, ex leader dei Mujahideen e stretto alleato del Mullah Omar, fu ucciso nel maggio 2007 in un raid lanciato dalle forze speciali Usa e britanniche. Baradar è stato catturato a Karachi, all'inizio del 2010, dalle forze di sicurezza pachistane. La talpa, un ragazzo di 22 anni - 92mila documenti non passano inosservati. La fonte della massiccia fuga di documenti militari segreti sul conflitto afghano dovrebbe essere Bradley Manning, il 22enne analista dell'Intelligence militare Usa che consegnò sempre a Wikileaks il video pubblicato lo scorso aprile in merito alla strage compiuta da alcuni soldati americani a Baghdad, in cui morì anche un fotografo della Reuters che, per questo,  è stato arrestato e incriminato. Rivelazione del "Daily Beast", il media online diretto da Tina Brown, ex direttrice di Vanity Fair e New Yorker. Ma proprio perché tanti file non escono da un posto sicuro senza un aiuto, è molto probabile che il giovane fosse coadiuvato da qualcun altro. La posizione di Obama- E la Casa Bianca ha "fortemente condannato" la fuga di notizie sulla guerra in Afghanistan. Il consigliere per la Sicurezza nazionale, Jim Jones, in un'accurata dichiarazione, ha infatti sottolineato che "l'azione di Wikileaks mette a repentaglio le vite sia degli americani che dei nostri alleati" e- ha aggiunto Jones- "rappresenta una minaccia per la nostra sicurezza nazionale. Wikileaks non ha fatto inoltre alcuno sforzo di contattarci circa questi documenti. Il governo degli Stati Uniti ha appreso da organizzazioni giornalistiche che sarebbero stati pubblicati. Proprio per la grave situazione che si era creata nel corso degli anni, il presidente Obama ha annunciato la nuova strategia, basata su un sostanziale incremento di risorse in Afghanistan". Il consigliere ha anche rimarcato il rapporto di solida alleanza che esiste tra Usa e Pakistan, dichiarando che "gli Stati Uniti restano a sostegno del popolo pachistano e dello sforzo del Pakistan focalizzato a sradicare i gruppi estremisti violenti". E anche l'ambasciatore pakistano negli Stati Uniti, Husain Haqqani, ha definito "irresponsabile" la pubblicazione di documenti riservati. L'Italia in Afghanistan - Dall'inizio della missione Isaf sotto l'egida della Nato, partita nel 2003, l'Italia ha autorizzato il dispiegamento di truppe. Attualmente i militari presenti in Afghanistan sono 3.227, distribuiti nelle aree di Kabul e di Herat. I caduti a causa del conflitto in corso ammontano a 21, ai quali si devono aggiungere i decessi di tre soldati per cause naturali.

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