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Il Vicario sui preti gay: "Puniremo chi infanga la Chiesa"

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Agostino Vallini torna sullo scandalo dei sacerdoti omosessuali e li esorta a fare un passo indietro

Eleonora Crisafulli
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Dopo la nota ufficiale diffusa all'indomani dello "scandalo", il Vicariato di Roma torna a condannare le relazioni sessuali dei preti. Le inchieste sulla pedofilia e sui preti gay "hanno provocato una perdita di credibilità e fiducia verso la Chiesa con conseguenze sul piano spirituale che nessuno può calcolare", ha dichiarato Agostino Vallini in un'intervista al Messaggero. Ma la Chiesa saprà recuperare, iniziando dalla "purificazione del corpo sacerdotale con operazioni chirurgiche necessarie, da fare con coraggio e determinazione". Il Vicario di Roma resta sulle sue posizioni, "l'ordine sacerdotale è sano e i preti non vivono una doppia vita, ma una vita sola e coerente con la vocazione". Certo, la Chiesa stessa non può mettersi una benda sugli occhi e ignorare che nel gregge qualche pecora nera ci sia. Alcuni "non avrebbero dovuto diventare prete". Ma, al tempo stesso, non si può accettare che a causa dello stile di vita di pochi "sia infangata l'onorabilità di tutti i sacerdoti". Si allontanino quindi coloro che creano lo scandalo. Chi è prete, "omosessuale o eterosessuale", se "vuole vivere relazioni sessuali faccia un passo indietro". L'inchiesta - Di giorno uomini di Chiesa che predicano gli insegnamenti del Signore in abito talare, di notte uomini "perfettamente integrati" negli ambienti gay. Sono questi i sacerdoti dalla doppia vita immortalati dal settimanale Panorama. Le loro notti brave sono documentate con tanto di video rubati durante le feste dei locali romani. La telecamera nascosta riprende incontri equivoci, un rapporto sessuale con un partner casuale e una condotta di vita che nulla ha a che vedere con l'obbligo della castità e, più in generale, con l'orientamento della Chiesa sull'omosessualità. L'inchiesta si sofferma in particolare su tre personaggi, tre preti che frequentano con disinvoltura escort, chat e locali, e rivelano la loro doppia "identità" al giornalista e al suo "complice " gay, ignari dell'obiettivo che li riprende.

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