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Casini: "La questione morale è come un macigno"

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Ma per il leader dell'Udc il garantismo è prioritario. Intanto Di Pietro lancia un appello ai finiani: "Mandiamo a casa il governo"

Eleonora Crisafulli
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Continua il dibatitto sulla questione morale. Dopo i ripetuti appelli del presidente della Camera, Ginafranco Fini, che invita gli indagati ad abbandonare partito e governo, è il leader dell'Udc a intervenire. Per Pier Ferdinando Casini "in Italia la questione morale esiste ed è grande come un macigno, chi non la vede vive su un altro pianeta", dice il centrista a margine del Forum nucleare italiano, presentato questa mattina a Palazzo Marini. Tuttavia "il giustizialismo non fa parte del mio codice genetico. Il garantismo è un principio fondamentale e l'attenzione verso la questione morale non può attenuare questo principio". Insomma, nel caso specifico, non si può "condannare" Denis Verdini e costringerlo alle dimissioni prima ancora dei tre gradi di giudizio. Su eventuali elezioni anticipate Casini aggiunge che "il voto anticipato non è nel novero delle possibilità. Chi lo evoca lo fa per finalità diverse, per fare appello alla disciplina di partito". L'appello di Di Pietro a Fini - La linea giustizialista invece accomuna Fini e Di Pietro. E, a proposito di questione morale, il leader dell'Idv adesso si appella ai finiani e li esorta a essere "conseguenti" e votare con il centrosinistra una mozione di sfiducia al governo. "Ci auguriamo che si passi dalle parole ai fatti. Facciano venire meno la fiducia al governo votando una mozione di sfiducia da costruire insieme", ha dichiarato il leader dell'Idv ai cronisti. "Si mandi a casa il governo con una specifica mozione di sfiducia", ha insistito, perché "o si rompe il rapporto con chi si denuncia per la questione morale o si rimane conniventi, cosa ancora più grave". Dunque, i finiani "siano conseguenti e mandino a casa" il governo.

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