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La Turchia trova la sponda britannica per l'ingresso nell'Ue

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Il premier Cameron appoggia l'adesione di Ankara: "Combatte con noi in Afghanistan, pronti a sostenere la candidatura". Ma arriva lo stop tedesco

Paolo Franzoso
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L'entrata della Turchia nell'Unione europea ha un nuovo sostenitore. David Cameron, da due mesi primo ministro di Sua maestà la Regina, si auto assume come avvocato della causa turca. Usa toni da battaglia, nella prima conferenza congiunta con Erdogan ad Ankara: “Sono qui per parlare dell'adesione della Turchia all'Ue”, esordisce il capo dei conservatori inglesi. “E per combattere per questo”. “Quando penso a quello che fa la Turchia per difendere l'Europa in quanto alleato della Nato e a quello che la Turchia fa in Afghanistan al fianco degli alleati europei, mi arrabbio nel constatare che il vostro percorso verso l'adesione all'Ue può essere scoraggiato nel mondo in cui è stato fatto” L'arringa è già pronta: "Io penso che sia un errore dire che la Turchia può fare la guardia al campo, ma senza essere autorizzata ad entrare nella tenda”. Inoltre, “nessun altro Paese ha lo stesso potenziale per costruire la comprensione tra Israele ed il mondo arabo”. A chi crede che la Turchia non debba essere un membro dell'Ue, Cameron propone un paragone scomodo. “Sapete chi disse - chiede Cameron - 'Questa è una nazione che non è europea... la sua storia, la sua geografia, la sua economia, la sua agricoltura e le caratteristiche del suo popolo, sebbene sia un popolo ammirevole, tutto punta in una diversa direzione... Questa è una nazione che non può, nonostante ciò che afferma e che forse anche crede, divenire un paese membro”. Nessun riferimento alla Turchia. Le parole sono di de Gaulle, all'epoca presidente della Repubblica francese, contrario all'ingresso del Regno Unito nella Comunità europea (poi l'adesione avvenne nel 1973). Quindi, quando parla della questione turca, Cameron capisce bene “come ci si sente ad essere tenuti fuori dal gruppo”. L'opposizione tedesca – Non si è fatta attendere la replica indiretta della Germania, da sempre contraria assieme alla Francia ad intavolare dei negoziati sull'ingresso della Turchia nell'Ue. Il ministro degli esteri Guido Westerwelle, in partenza per Ankara, rilascia un'intervista alla Bild nella quale afferma che “la Turchia è lontana dall'essere pronta a una piena partecipazione all'Ue”. Ma, aggiunge, “per ragioni economiche e di sicurezza è vitale che Ankara sia sulla sponda europea", “noi abbiamo un grande interesse che la Turchia si volga verso l'Europa”.

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