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Fermati in Svizzera i coniugi Camparini e la figlia Anna Giulia

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La fuga è durata 12 giorni. Il tribunale dei minori di Bologna aveva tolto loro la potestà genitoriale il 7 agosto 2008

Tatiana Necchi
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La fuga di Massimiliano Camparini e Gilda Fontana è durata 12 giorni. Loro sono i genitori che hanno prelevato la figlia Anna Giulia, di 5 anni, dalla casa estiva di Massa Marittima dell'associazione a cui la piccola era stata affidata. I due, insieme alla bambina, sono stati fermati ieri sera in Svizzera. A dare la conferma della notizia è anche il legale della coppia, l'avvocato Raffaele Miraglia di Modena. L'uomo ha detto di aver ricevuto la notizia al telefono dai suoi assistiti che nella sera sono stati condotti a Massa dove sono indagati per sottrazione di minore e dove dovrebbe svolgersi l'interrogatorio di garanzia. Intanto la bimba è stata riaffidata alla tutrice. Da quanto gli è stato riferito, Miraglia ha raccontato che la bambina al momento del distacco dai genitori «ha avuto una reazione bruttissima». Anche la madre, non è stata molto bene. I due coniugi han detto di aver trascorso con la figlia i giorni più belli della loro vita. Anna Giulia era stata prelevata dei genitori lo scorso venerdì 16 luglio in una casa vacanze gestita dalle suore del Cenacolo Francescano di Reggio Emilia a Marina di Massa, in Versilia. Il tribunale dei minori di Bologna aveva tolto la potestà genitoriale ai due coniugi il 7 agosto 2008. La piccola, così, è stata affidata ai servizi sociali. Già il 5 marzo, durante un incontro protetto con la figlioletta a Reggio Emilia, Massimiliano e Gilda avevano distratto l'assistente sociale e avevano preso la piccola, fuggendo verso la Slovenia ma pochi giorni dopo, grazie a una trattativa con la nonna paterna, la Squadra Mobile reggiana aveva rintracciato i fuggitivi e li aveva raggiunti a Rabuiese, Trieste. Il 5 aprile il padre e la madre di Anna Giulia si sono recati davanti al Colosseo a Roma raccontando poi la loro storia alle telecamere della trasmissione di Rai3 "Chi l'ha visto?". Il 3 maggio hanno scritto una lettera al Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, chiedendogli aiuto per cercare di risolvere la situazione. Il 16 luglio, infine, la coppia si è presentata davanti la casa di San Francesco a Marina di Massa prelevando la bambina. Il loro legale fin da subito aveva detto che genitori e figlia stavano bene assieme e che la bimba era «serena e felice». Ma sulle loro tracce si erano subito messi i carabinieri di Massa Carrara e la questura di Reggio Emilia. Appena ieri pomeriggio il legale aveva diffuso una dichiarazione dei genitori: «Continueremo a stare dove stiamo», avevano fatto sapere padre e madre, aggiungendo che la «superficialità degli interventi» del sottosegretario Carlo Giovanardi, del presidente del Tribunale per i minorenni di Bologna Maurizio Millo, che si erano detti disponibili a valutare la vicenda ma solo dopo la “liberazione” della bimba, della tutrice Sabrina Tagliati, dei familiari, dei politici e avvocati «che non hanno nulla a che fare con la loro vicenda», li aveva convinti sempre di più «di aver scelto la strada migliore e di continuare a stare lontano da questa giustizia». E proprio di “malagiustizia” ha parlato più volte l'avvocato Miraglia sostenendo, tra l'altro, che non erano i vecchi problemi di tossicodipendenza dei genitori, in particolare del padre, ad aver allontanato la bimba dai genitori ma presunte “condizioni fatiscenti” del loro alloggio. Lunedì, si è svolta davanti al Tribunale per i minori di Bologna una manifestazione promossa da alcune associazioni di genitori che vivono situazioni simili. In questi due anni, tra l'altro, più volte la nonna materna, Liana Cartinazzi, aveva chiesto di poter avere la custodia di Anna Giulia ma i servizi sociali reggiani hanno dato una risposta negativa.

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