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Fini vuol far pace ma ormai è tardi

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Il Premier vuole chiudere e prepara un documento di censura politica. Intanto i finiani si contano per formare un gruppo autonomo

Tatiana Necchi
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"Non ci sono più le condizioni per restare nella stessa casa". E' questa la premessa del documento politico che questa sera all'ufficio di presidenza avvierà le pratiche del "divorzio" tra Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini. Il documento contro l'ex leader di An è stato messo a punto nel vertice di ieri sera a palazzo Grazioli. Il Presidente del Consiglio ha convocato i tre coordinatori del Pdl, Bondi, Verdini e La Russa, i ministri Alfano e Frattini, i capigruppo di Senato e Camera, Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto e il vice capogruppo di Palazzo Madama, Gaetano Quagliariello. Presenti anche il consulente legale del premier, Niccolò Ghedini e il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti. E si può ben dire che sia stata una notte di passione: quasi tre ore di vertice a Palazzo Grazioli. Ma il ramoscello d'ulivo offerto da Fini che ha detto "resettiamo tutto e onoriamo l'impegno con gli italiani" evitando così inutili ''mattanze" è un'offerta giunta in ritardo. Così secondo quanto riferito dai presenti, il premier e gli altri partecipanti alla riunione hanno ribadito la posizione già espressa in mattinata. L'offerta di pace viene respinta e viene confermata la linea dura: rottura con Fini ed espulsione dei suoi fedelissimi. Il documento di censura politica sarà discusso questa sera in un ufficio di presidenza convocato per le 19. Fini e i finiani Italo Bocchino, Carmelo Briguglio e Fabio Granata vengono considerati fuori dal Popolo della libertà dalle cui posizioni si sono troppo discostati. Il “documento di divorzio” tra Berlusconi e Fini non era un mistero per nessuno. Già Bossi aveva detto "ognuno andrà per la sua strada". I finiani si contano - Che la situazione sia ormai irrecuperabile lo dimostra il fatto che ora i "finiani", senza attendere la pubblicazione del documento di censura, si stiano conteggiando per verificare se ci sia la possibilità di formare un nuovo gruppo parlamentare autonomo. Stamane, infatti, in una pausa dei lavori parlamentari c'è stata una riunione-lampo di Generazione Italia nell'ufficio di Italo Bocchino. In tutto dovrebbero essere 33 i deputati disposti a seguire il presidente della Camera, a cui si aggiungono gli oltre dieci Senatori (numero minimo per varare il gruppo). Prima di ogni mossa ufficiale, però, i finiani attenderanno gli sviluppi dell'ufficio di presidenza del Pdl. Tra le ipotesi possibili, in campo c'è addirittura l'uscita dei finiani dal governo, con l'appoggio esterno di parlamentari che fino ad ora sono ancora parte integrante della maggioranza e domani potrebbero distinguersene.

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