Afghanistan, La Russa: "Mesi difficili, ma confermiamo l'impegno"
Il ministro riferisce in aula della morte dei due militari. "Il maresciallo Gigli ha evitato danni peggiori per i suoi commilitoni"
"Il primo Maresciallo Gigli, capo team di bonifica, dopo il primo disinnesco, resosi conto del pericolo di una nuova imminente esplosione, ha prontamente fatto allontanare gli altri militari presenti nell'area, rimanendo sul posto per intervenire insieme all'altro specialista, Caporal Maggiore Capo De Cillis. Questo atto ha, molto probabilmente, evitato danni ulteriori al nostro personale”. Il ministro della Difesa Ignazio La Russa riferisce nell'Aula del Senato a proposito dell'incidente mortale di ieri in Afghanistan, che è costato la vita a due militari italiani. A evitare una strage è stato il maresciallo Gigli, spiega La Russa, "quando ha capito che c'era un secondo ordigno, ha alzato le braccia e, a sprezzo della propria vita, ha fatto allontare tutti. E' stato il maresciallo, facendo scudo con il proprio corpo, ad evitare conseguenze peggiori per il capitano Luciani", le cui condizioni non destano preoccupazioni. Niente ritiro - La situazione in Afghanistan non è delle migliori, i pericoli sono sempre presenti, ma "il nostro contingente - conferma La Russa -, composto da militari italiani appartenenti a tutte le Forze Armate è destinato a raggiungere quasi 4.000 unità entro la fine dell'anno in corso. Un impegno che il Governo conferma pienamente nella consapevolezza della sua valenza per la stabilizzazione dell'Afganistan. Resta fermo l'obiettivo di operare affinchè la missione di controllo del territorio possa passare, a partire dal 2013, sotto la responsabilità delle forze afghane in modo da disimpegnare i nostri militari. In questo momento il nostro dolore è grande e non ci sono parole per esprimerlo. Ma a fronte di tutto questo, non cambia la natura della nostra missione che rimane coerente con quanto sino ad ora abbiamo fatto per l'Afghanistan, per la stabilità internazionale e per la sicurezza delle nostre città". La ricostruzione completa - La Russa ricostruisce davanti ai senatori le fasi cruciali della vicenda. La chiamata - Nel pomeriggio di ieri, alle 17.10 locali (le 14.40 in Italia), il Comando Provinciale della Polizia afghana a Herat ha comunicato al Comando italiano il ritrovamento di un un ordigno improvvisato (IED) in prossimità del villaggio di Sali Patra, una zona ubicata a circa 8 chilometri a Nord Ovest di Herat. L'invio del genio - Alle 18.30 locali il Comando italiano ha inviato sul posto un plotone di fanteria alpina di 29 unità con compiti di protezione; un nucleo specializzato di 4 unità per la bonifica di ordigni esplosivi improvvisati del Genio guastatori, con il compito di disattivare l'ordigno; un nucleo di 2 unità specializzate per la raccolta di informazioni sulla composizione e tipologia dell'ordigno rinvenuto; un Team medico di 2 unità ed un interprete; sette mezzi blindati Lince, di cui tre dotati di misure contro elettroniche (Jammer); un mezzo Lince ambulanza. L'arrivo - Alle ore 19.45 il dispositivo ha raggiunto il sito indicato che, nel frattempo, era stato cinturato e messo in sicurezza da circa trenta unità delle Forze di Polizia afghane. L'operazione - Alle ore 20.05 il nucleo specializzato per la bonifica di ordigni esplosivi ha avviato le operazioni per il brillamento del impiegando una carica di "basso ordine" per neutralizzarlo. La comunicazione delle morti - Alle 20.25 il personale sul posto ha riportato alla Sala operativa del Comando italiano di Herat che, nel corso della successiva ricognizione sul luogo dell'intervento di bonifica, si verificava una violenta esplosione - le cui esatte cause sono in corso di accertamento - che investiva due militari del nucleo specializzato per la bonifica di ordigni esplosivi, determinando il decesso, e un ulteriore militare del nucleo per la raccolta di informazioni che rimaneva ferito. Nel corso dell'evento restava ferito anche un civile Afghano. Venivano immediatamente attivate le predisposizioni di soccorso sanitario. Le salme - Alle 22.30 due elicotteri Super Puma spagnoli, predisposti per l'evacuazione medica, atterravano a Camp Arena (la nostra base ad Herat) con i due italiani deceduti ed il ferito. I corpi rientreranno in Italia domani.