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P3, Berlusconi non sarà convocato

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Per i pm di Roma lo pseudonimo Cesare si riferisce a più soggetti. Nelle carte si ribadisce il "ruolo centrale di Dell'Utri"

Eleonora Crisafulli
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Il "Cesare" della P3 non è Berlusconi. O almeno quello pseudonimo non si riferisce in maniera univoca, esclusiva e certa al presidente del Consiglio. Non solo. Anche se i personaggi intercettati e coinvolti nell'inchiesta sulla presunta associazione segreta citano più volte "Cesare", "non emergono fatti di rilevanza penale attribuibili a questo soggetto, chiunque sia". Così i pubblici ministeri che indagano sulla P3 hanno annunciato che non intendono convocare Berlusconi come testimone in relazione al dossier che avrebbe dovuto screditare l'attuale governatore della Campania, Stefano Caldoro. Benchè questa sia stata una deduzione dei carabinieri che hanno trascritto le intercettazioni, i magistrati della procura di Roma che indagano sulla P3 ritengono che Cesare sia un nominativo con cui venivano definiti più soggetti o con cui ci si riferiva a persone diverse. Il ruolo di Dell'Utri - Per i magistrati di piazzale Clodio, un ruolo centrale nella P3 ce l'avrebbe invece Marcello Dell'Utri. "Non rappresenta il vertice", ma di sicuro il senatore occupa "un ruolo centrale e significativo" nell'ambito della società segreta. "Per il peso che ha e che ha avuto nella storia del partito", costituisce un importante punto di riferimento per Verdini e gli altri soggetti coinvolti nell'inchiesta. Le indagini, comunque, sono ancora in corso per meglio definire i contorni di questo ruolo ricoperto da Dell'Utri, al momento indagato per violazione della legge Anselmi sulle società segrete. L'ipotesi di corruzione, che è invece attribuita a Verdini per le pressioni esercitate, su impulso di Flavio Carboni, sul Governatore della Sardegna Ugo Cappellacci per la nomina all'Arpas di Ignazio Farris, appare abbastanza lontana: Dell'Utri non risulta in società con nessuno, non si serve di prestanome e non appare neppure interessato agli appalti sull'eolico. Intanto proseguoni gli interrogatori. Domani il sottosegretario alla giustizia Giacomo Caliendo, indagato per violazione della legge Anselmi, dovrà rispondere alle domande del pm Rodolfo Sabelli e del procuratore aggiunto Giacomo Capaldo. Nei giorni scorsi Caliendo ha spiegato di non aver mai contattato né fatto elenchi di giudici della Corte costituzionale favorevoli o contrari al lodo Alfano.

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