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Una busta con proiettile per il figlio di Ciancimino

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Minacce contro Vito Andrea di soli 5 anni. Il padre: "Non voglio più parlare con i magistrati"

Michela Ravalico
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Massimo Ciancimino, testimone chiave nei processi di mafia e in particolare nelle indagini sulla stagione stragista di Cosa nostra dal 1993 al 1994, ora ha paura. Stamattina, poco prima di una nuova udienza presso i pm della Dda di Palermo, ha trovato nella casella della Posta una lettera con minacce indirizzata a suo figlio, di 5 anni, Vito Andrea. La lettera conteneva un proiettile di klashnikov ed è stata recapitata questa mattina a Palermo all'indirizzo della famiglia, in via Torrearsa, anche se Massimo Ciancimino con la famiglia vive da tempo a Bologna.  Nella lettera scritta al computer, dove si minaccia di morte il piccolo, si legge tra l'altro che  "le colpe dei padri infami e traditori ricadranno sui figli. Lei e i suoi complici siete stati avvisati da troppo tempo, lei e i suoi amici magistrati sarete la causa di tutto". La reazione - "Perchè prendersela con un bambino di appena cinque anni? Che senso ha inviare un proiettile di kalashnikov a mio figlio Vitoandrea?" Massimo Ciancimino piange, è "stanco": "Non voglio più parlare con i magistrati. Sono questi i vantaggi di cui godrei?". Il testimone si presenta di fronte la sua abitazione accompagnato da due agenti di scorta e non riesce a darsi pace per la minaccia recapitata questa mattina: "Mio figlio deve restare fuori da tutto questo, che colpe ha?", dice. Le deposizioni non hanno portato nelle tasce di Ciancimino nemmeno un soldo, anzi, "non ho mai chiesto un solo euro di rimborso per i biglietti aerei, eppure mi spetterebbero". Il figlio di Don Vito, ex sindaco di Palermo, è sconvolto: "Da quasi due anni parlo con i magistrati e rispondo alle domande sempre a mie spese - singhiozza fra le lacrime - e per cosa? Per avere lettere di minacce per mio figlio, un bimbo innocente di appena cinque anni". Sperimenta la solitudine del collaboratore di giustizia: "Vedrete che non arriverà neppure un messaggio di solidarietà per mio figlio Vitoandrea - prosegue - quando arrivano lettere di minacce a qualunque altra persona, ci sono tonnellate di messagi di solidarietà. Ma mio figlio non ne avrà, perchè deve pagare non so quali colpe". A questo punto "non ha più senso continuare il mio percorso. Ecco perchè non parlerò più con i magistrati". Ritirare il libro - L'esasperazione per il trauma porta Massimo Ciancimino addirittura a chiedere alla Feltrinelli di ritirare il suo libro Don Vito dal commercio, pubblicato tre mesi fa, in cui il figlio dell'ex sindaco racconta la sua vicenda personale  e i particolari inediti sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia nel 1992. "Basta non voglio più saperne".

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