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Ny Times batte cassa: versione on line a pagamento dal 2011

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Il quotidiano, alle prese con grane economiche, copia il Wall Street Journal e introduce tariffe mensili da 15 dollari

Roberto Amaglio
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In tempi di ristrettezze economiche non si guarda in faccia a nessuno, nemmeno nel glorioso New York Times. Il quotidiano più prestigioso d'America, fondato nel 1851 da Henry Jarvis Raymond e George Jones, infatti, dopo aver dovuto ipotecare il nuovo grattacielo realizzato da Renzo Piano a fine 2007 lasciando i suoi giornalisti in affitto, si prepara ora a rifilare un colpo basso anche ai suoi affezionati lettori. Dal 2011, infatti, la versione on line del giornale dell'Ottava Avenue sarà disponibile solo a pagamento. La notizia ha fatto timidamente capolino nelle pagine del Ny Times di lunedì 16 agosto dove, in un trafiletto quasi nascosto all'interno della sezione economia, compariva il pezzo riguardante l'introduzione della navigazione a pagamento. La fine della pacchia a costo "zero" sul web, scrive il quotidiano, arriverà con "l'inizio dell'anno prossimo" e la Vecchia Signora in Grigio (come il New York Times viene affettuosamente chiamato negli Usa) "non ha ancora messo a punto un programma di prezzi e non ha detto quanti articoli i lettori online saranno autorizzati a consultare prima che venga richiesto loro di pagare". Sperimentazione – A dir la verità qualche ragionamento sui prezzi lo si può anche fare. Infatti il New York Times ha avviato già da oggi una sperimentazione concreta in uno dei piccoli quotidiani compagnia editoriale. La "The New York Times Company", infatti, ha varato l'introduzione della versione on line a pagamento per quel che riguarda il sito del Telegram & Gazette, quotidiano di Worcester in Massachusetts. In questo caso, a pagamento sono finiti alcuni articoli di cronaca locale: nel dettaglio, i primi 10 articoli del mese si possono leggere gratis mentre poi scatta il tassametro: 14,95 dollari al mese di abbonamento, oppure un pass quotidiano da un dollaro. Precedenti – Del resto il processo che porterà molti dei quotidiani on line a introdurre la navigazione a pagamento è già iniziata negli Stati Uniti. Il New York Times, infatti, non ha fatto altro ad allinearsi al Wall Street Journal, ormai da quasi un anno impegnato in questo progetto e, pure lui, alle prese con gli strascichi della crisi economica internazionale. E anche le modalità di pagamento e i prezzi sembrano essere simili al quotidiano controllato da Rupert Murdoch, che a sua volta consente l'accesso gratuito a un numero limitato di articoli prima di far scattare le tariffe. Da segnalare, invece, che nel vecchio continente l'unico esempio in tal senso è il britannico "Times", non a caso di proprietà del solito magnate australiano Rupert Murdoch.

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