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Hamas: bene la moschea su Ground Zero

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Un esponente di spicco del gruppo di Gaza approva la scelta di Obama. Esplode la polemica. Ma sembra che i promotori stiano pensando di abbandonare il progetto per rispetto delle vittime dell'11 settembre

Paolo Franzoso
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"Moschee ovunque”. Mahmoud a-Zahar è uno dei leader più influenti di Hamas a Gaza. Ed è in perfetta linea d'onda con il presidente americano Barack Obama. “I musulmani devono costruire moschee ovunque”, facendo eco al “è un diritto” di Obama, “in modo che i fedeli possano pregare così come fanno i cristiani e gli ebrei”, dice l'esponente di Hamas durante un'intervista radiofonica riportata dal sito web del quotidiano israeliano Haaretz. Il ramoscello d'ulivo offerto da Obama all'Islam voleva essere una dimostrazione della tolleranza americana, un segnale di apertura al mondo musulmano. Invece si è trasformata in una violenta diatriba: da una parte i conservatori americani che respingono l'ipotesi di edificare un centro islamico sul suolo degli attentati dell'11 settembre 2001 (anche perché a New York se ne contano già 100 di moschee), dall'altra quelli come Zahar, “sostenitori” del diritto affermato da Obama sulla “libertà di culto” in nome della diffusione dell'Islam La rissa verbale, però, sembra essere in procinto di fermarsi di fronte alla lungimiranza dei promotori del progetto. A quanto risulta a Haaretz, è maturata l'intenzione di rinunciare al sito nei pressi di Ground Zero come gesto di buona volontà nei confronti dei familiari delle vittime degli attacchi alle Torre Gemelle. Un sospiro di sollievo per Obama. "Vivaddio".

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