La guerra in Iraq è finita
Nella notte il ritiro dell'ultima brigata combattente. Obama soddisfatto, meno gli iracheni. Restano 50 mila soldati per addestrare la polizia locale
Missione compiuta. Barack Obama ha mantenuto la promessa elettorale: ritiro delle truppe combattenti dall'Iraq in un anno e mezzo dall'insediamento alla Casa Bianca. Addirittura, il presidente ha fatto di più: l'ultima brigata della Quarta Brigata Stryker della Seconda divisione di Fanteria ha abbandonato il Paese nella mattinata di oggi, con ben 12 giorni d'anticipo rispetto alla data prevista, il 31 agosto. Dopo 7 anni dalla guerra a Saddam Hussein, gli americani lasciano l'Iraq. In questo periodo sono morti laggiù, secondo i dati più recenti forniti dal Pentagono, sono 4.415 i soldati americani morti in Iraq. Restano 50 mila soldati con incarichi di addestramento. Entro la fine del 2011, secondo l'accordo siglato tra Washington e Baghdad, l'insieme delle truppe americane sarà fuori dall'Iraq. Obama è un uomo di parola. Ma la missione a ben vedere non è “compiuta” perché l'Iraq è lontano dall'essere pacificato e le autorità avrebbero preferito prorogare la presenza di Washington. Indietro non si torna. Con una lettera datata 18 agosto, il presidente degli Stati Uniti Barack Obama commenta la fine della missione di combattimento in Iraq: "Oggi, ho il piacere di annunciare che grazie a un servizio straordinario delle nostre truppe e dei nostri civili in Iraq, la nostra missione di combattimento si concluderà entro questo mese e che stiamo per ultimare un ritiro sostanziale delle nostre truppe”. Il portavoce del Dipartimento di Stato, Philip Crowley, parlando in diretta sulle immagini del passaggio della frontiera dell'ultimo blindato Usa, ha evocato un "momento storico", sottolineando comunque che l'impegno americano in Iraq resta fondamentale: "Non mettiamo fine al nostro impegno per l'Iraq, abbiamo ancora un importante lavoro da fare".