Fini-Tulliani: è giallo anche sulla casa di Roma
La grande abitazione nella capitale era del Perugia Calcio (poi fallito) ma non ci sono prove che sia stata pagata. Aperta un'inchiesta sul passaggio
Tulliani-Fini atto secondo. Non solo Montecarlo, anche sulla residenza romana della coppia c'è un giallo. Riguarda le abitazioni dove il nucleo familiare allargato (comprende anche gli suoceri, Francesca Frau e Sergio Tulliani) risiede, nel comprensorio di Valcannuta. Almeno due appartamenti - dei molteplici in possesso alla famiglia Tulliani - appartenevano a Katape srl, ex immobiliare dell'Associazione Calcio Perugia di Luciano Gaucci, il quale ebbe una relazione con la Tulliani. Prima del fallimento quei fabbricati furono trasferiti ai Tulliani dall'immobiliare del Perugia e la stessa società prima del crack risulta venditrice all'interno dello stesso comprensorio, al medesimo numero civico dove oggi abita la famiglia Fini, a un altro Tulliani, Massimiliano, nato a Roma nel 1972 e presumibilmente legato da rapporti di parentela con il resto della nuova famiglia Fini. Gli atti sono depositati presso Sister, banca dati del catasto e il numero di appartamenti e box auto rilevati dalla Valbo srl (l'azienda che ha costruito il complesso di Valcannuta) fu così consistente che la Katape dovette chiedere anche un mutuo all'Ubae per 1,6 milioni. Alla banca dati del catasto risulta un contratto di regolare acquisto dalla immobiliare del Perugia calcio da parte dei suoceri di Fini. Ma su quel contratto - in assenza di spiegazioni dirette da parte della famiglia che fin qui si è rifiutata di chiarire l'origine delle proprie ricchezze e dei propri investimenti - non è indicata alcuna cifra per la transazione. La prima compravendita è avvenuta davanti al notaio Antonio Politi di Roma il 7 giugno 2002. Ma nel bilancio di Katape Srl di quell'anno non si trova traccia della vendita. Il mistero s'infittisce. Non è la prova del nove della versione di Gaucci sull'intestazione fiduciaria (e non vendita) dei propri immobili ai Tulliani, ma si avvicina parecchio e alimenta ancora di più il giallo. Per altro, quando nel novembre 2005 fu dichiarato dal tribunale di Roma il fallimento dell'Ac Perugia dei Gaucci, fu notificato ai Tulliani un decreto di sequestro preventivo del loro appartamento. A richiederlo al Tribunale di Roma fu il nucleo provinciale di polizia tributaria e l'atto fu firmato il 3 febbraio 2006. Il sequestro preventivo riguardava tutti gli immobili un tempo appartenuti a Katape Srl, fra cui quelli di papà e mamma Tulliani e di MassimilianoTulliani che l'aveva acquistato da pochi mesi. Il sequestro ha avuto parziale revoca il 19 giugno, il 26 giugno e il 3 agosto del 2006, e poi si sono perse le tracce del provvedimento collegato ai vari filoni di indagine sul fallimento del Perugia Calcio. Ma la macchina della giustizia, per quanto lenta, non ha distolto la sua attenzione da casa Tulliani. Il 6 marzo 2010 il Tribunale di Perugia ha emesso una sentenza-decreto di sequestro giudiziario della quote della Katape srl «in accoglimento del ricorso presentato nell'interesse della curatela del fallimento dell'Associazione calcio Perugia spa». Il sequestro è stato materialmente effettuato il successivo 15 marzo.