Berluska non olet
Appunto di Filippo Facci
L'ennesimo «caso Mondadori» sa tanto di auto usata: hanno già detto tutto i vari autori che detestano Berlusconi e però pubblicano ugualmente a Segrate perché si trovano da dio. Poi ci sono i casi speciali, quelli che di compromessi non ne hanno mai fatti. Giorgio Bocca ha ammonito i novelli scandalizzati: «Scoprono solo adesso che Berlusconi usa lo Stato per i suoi interessi personali». Che sveglioni, potevano fare come lui che ruppe con Mondadori proprio per questo. Già, ma quando? Nel 2002, quando il Cavaliere era già al secondo governo. Riflessi lenti? No, velocissimi: Bocca in realtà lasciò Mondadori perché la abbandonò anche il suo editor, che casualmente divenne il suo agente. Poi Feltrinelli gli fece una generosa offerta: fine. Anche Marco Travaglio ha ironizzato su Vito Mancuso, l'autore mondadoriano che su Repubblica ha risollevato il caso: questo Mancuso poteva svegliarsi prima, ha scritto, poteva fare come Travaglio che a sua volta abbandonò Mondadori dopo aver scritto i fondamentali «Stupidario del calcio» e «Palle mondiali». Già, ma quando? Entrambi nel 1994. Ma come: Berlusconi era già in campo dal 1993 e Mondadori era sua dal 1991. E poi: ma Travaglio non va scrivendo che la nascita di Forza Italia era notoria dalla notte dei tempi? Ah, se lo scoprono Ciancimino e Ingroia, entrambi autori Feltrinelli.