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Denise Pipitone, oggi sono sei anni dalla sua scomparsa

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La madre, Piera Maggi, ha scritto una lettera ai capi di Stato dei 27 paesi membri dell'Unione europea per chiedere una task force per la ricerca dei minori scomparsi

Tatiana Necchi
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Sei anni senza la piccola Denis, la sua scomparsa risale proprio al primo settembre del 2004 attorno a mezzogiorno. Poco prima era stata vista giocare davanti alla sua abitazione in via Domenico La Bruna, a Mazara del Vallo. Poi il nulla. E così sono iniziate le ricerche, la diffusione degli identikit, segnalazioni e avvistamenti. Piste vere, piste false e numerose ipotesi tra cui quella emersa sin dall'inizio: un rapimento escogitato per una vendetta familiare. Per la sparizione di Denise sono indagati la sorellastra, Jessica Pulizzi accusata di sequestro in concorso con ignoti, l'ex fidanzato Gaspare Ghaleb che deve rispondere di false dichiarazioni ai pm. Nei mesi scorsi è iniziato il processo a Marsala. Al vaglio la posizione anche della mamma di Jessica, Anna Corona. Il prossimo 26 ottobre la piccola compirà 10 anni. Piera Maggio  la mamma di Denise non ha mai smesso di cercare la figlia e di sperare di riabbracciarla, tenendo alta l'attenzione sul caso e sollecitando una norma che punisca severamente i responsabili di sequestro di minori. Ma oggi c'è di più: la coraggiosa donna ha preso in mano carta e penna e ha scritto una lettera a 27 capi di stato dell'Unione europea ai quali chiede una task force internazionale sotto la loro diretta supervisione, per le ricerche dei minori scomparsi e l'individuazione di linee guida e iniziative internazionali in collaborazione con i media, in modo da contrapporsi ai rapimenti di bambini. La donna si rivolge a loro "interpretando il senso dell'unione europea come quella straordinaria coesione" che permette di vedere in loro i suoi  rappresentanti e non "quelli di una nazione straniera". Piera auspica che tutti i bambini siano considerati "intoccabili" e che "nessuno possa rapire un bambino in Polonia perché sarebbe cercato in Francia come se fosse un bambino francese e viceversa". Tutto ciò per realizzare interventi "mirati" su larga scala, evitando la frammentazione territoriale delle ricerche  che di fatto ne impedisce in molte circostanze un esito positivo.

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