Dentro Mussi
Appunto di Filippo Facci
Ecco perché Fabio Mussi è scomparso dalla scena politica: sta combattendo la destra che è dentro di lui. L'ha scritto su l'Unità di ieri: «Combattiamo la destra che è dentro di noi», esortava. Poi, con quella faccetta tipo Luca Telese da vecchio, passava al programma dell'Ulivo, anzi, ai «contenuti»: «“Contro Berlusconi”», parole sue, «è già un contenuto. Come non si poteva essere democratici senza esser antifascisti, oggi non si può essere democratici senza essere antiberlusconiani». Roba nuova. Seguiva analisi: «La crisi del capitalismo globalizzato è in pieno svolgimento. Il sistema, dominato dalla finanza, si regge su una doppia svalorizzazione: quella del lavoro umano e quella dell'ambiente. La cosa più disperante è che la superclasse dei predatori, una volta saccheggiati i bilanci pubblici, è di nuovo all'attacco e la sinistra è perlopiù muta». Accidenti, che fare? «Ci vuole un progetto e un programma». Ecco: «Potremmo affrontare l'appassionante compito di una proposta di riforma di sistema che dia stringenti regole nuove alla finanza, e rimetta al centro il lavoro, l'ambiente, il sapere, i beni pubblici che non possono essere ridotti a merce». Roba concreta. Ecco perché Mussi è scomparso dalla scena politica: sta combattendo la destra che è dentro di lui, ma non la trova. Forse non c'è mai entrata.