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Pakistan, la tragedia dei profughi di Peshawar in uno scatto

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L'immagine di Reza Khan, 2 anni, costretto a sopravvivere in uno dei campi di Azakhel ha fatto il giro del mondo. Attorniato dalle mosche, succhia un biberon vuoto

bonfanti ilaria
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Quattro bambini stesi su una coperta, attorniati dalle mosche, mentre uno succhia un biberon vuoto. E' questa, tra le tante fotografie sulle alluvioni in Pakistan, ad aver già fatto il giro del mondo, mostrando, con molta più efficacia rispetto alle parole, la terribile situazione del Paese e la scarsità di aiuti. L'immagine, scattata da Mohammad Sajjad per l'"Associated Press", immortala il piccolo Reza Khan, di soli 2 anni, costretto a sopravvivere in una tendopoli di fortuna, situata lungo una strada ad Azakhel, a circa 30 chilometri da Peshawar. L'accampamento, se così si può chiamare, altro non è che una accozzaglia di venti tende donate da organizzazioni umanitarie, anche se nessuna si è presa l'incarico di gestire il campo. I cittadini devono infatti arrangiarsi completamente da soli con la carità dei passanti. Sono 19 le famiglie nella struttura. Le acque si sono ritirate ormai da diverse settimane dal Nord e nel centro del Paese, lasciando però milioni di persone senza tetto, in mezzo a campi infangati e distrutti, colture devastate, villaggi cancellati dalla mappa. La situazione, drammatica, potrebbe inoltre precipitare da un momento all'altro: le piene continuano a minacciare la bassa valle dell'Indo, nella provincia meridionale di Sind. Nel giro di pochi giorni la foto di Sajjad è rimbalzata in tutti gli angoli del mondo diventando così il simbolo universale di una tragedia disumana.

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