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Da Napolitano all'Europa, il mondo è con Sakineh. L'Iran: basta interferenze

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Cresce ogni ora di più la mobilitazione a favore della iraniana condannata alla lapidazione

carlotta mariani
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Il mondo continua a sostenere Sakineh, la 43enne iraniana condannata alla lapidazione. La campagna di sensibilizzazione messa in natto dai figli un mese fa continua ad avere successo e ogni giorno i media riportano messaggi di sostegno da parte di politici e persone di tutto il mondo. Il Governo italiano - “Rompere le relazioni diplomatiche con Teheran non sarebbe utile – ha detto il ministro degli Esteri questa mattina - anzi chiuderebbe il canale per dialogare con il regime degli ayatollah e convincerlo in caso di scelte come quella sulla grazia per Sakineh Mohammad Ashtiani”. Frattini ha assicurato che non sono state ancora prese decisioni definitive dal governo iraniano e ha invitato in Italia il colega iraniano Manouchehr Mottaki per un confronto pacifico. Fiducioso il ministro. “Ci sono elementi che fanno ritenere che la grande pressione internazionale, del governo italiano, dell'Unione europea e della società civile possano avere influenzato il dibattito”. Dopo un appello diretto al governo italiano da parte di uno dei figli di Sakineh, Frattini aveva annunciato nei giorni scorsi la mobilitazione dell'esecutivo e ha chiesto a Teheran un atto di clemenza. Napolitano: la sollecitazione forte del governo, delle istituzioni e dell'opinione pubblica italiana continua a essere intensa in modo che non si compia un atto così altamente lesivo dei principi di libertà e di difesa della vita Concorde con la posizione del governo, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che, durante la conferenza stampa seguita alla visita del presidente finlandese Tarja Halonen, ha sottolineato che "la sollecitazione forte del governo, delle istituzioni e dell'opinione pubblica italiana continua a essere intensa in modo che non si compia un atto così altamente lesivo dei principi di libertà e di difesa della vita". La replica dell'Iran:  I Paesi stranieri dovrebbero smetterla di interferire. A sostenerlo, come riferisce la Bbc, è stato il ministero degli Esteri iraniano, che ha anche ribadito come la Corte Suprema stia riesaminando il caso. Durante una conferenza stampa a Teheran, il portavoce Ramin Mehmanparast ha dichiarato che il caso della donna condannata alla lapidazione "non dovrebbe diventare una questione legata al rispetto dei diritti umani". "Questi Paesi stanno difendendo una donna processata per omicidio e adulterio" ha aggiunto.  "Se rilasciare tutti quelli che hanno commesso un omicidio deve essere percepito come una questione legata ai diritti umani, allora i Paesi europei dovrebbero rilasciare tutti gli assassini" ha detto il portavoce. "Comunque, una decisione finale deve essere ancora presa dai giudici" ha concluso Mehmanparast, visto che la Corte Suprema sta riesaminando il caso. Unione Europea – Il presidente della Commissione europea durante il suo primo discorso sullo stato della Ue a Strasburgo si è definito “scioccato da come i diritti delle donne siano calpestati in certi Paesi e scioccato da come Sakineh Ashtiani sia stata condannata alla lapidazione”. Barroso ha parlato di “barbarie oltre quel che le parole sono in grado di esprimere". Immediata la risposta iraniana. Ramin Mehmanparast, il portavoce del ministero degli Esteri ha invitato la comunità internazionale a non interferire sulla questione ricordando che "purtroppo gli altri Paesi stanno difendendo una persona che è sotto processo per omicidio e adulterio, due crimini gravi che non devono diventare una questione di diritti umani". Gli eurodeputati del Pd hanno organizzato per questa sera a Strasburgo una fiaccolata a sostegno della donna. "Su una vicenda tanto emblematica non può calare il buio e il popolo iraniano deve sentire di non essere solo - ha sottolineato la europarlamentare Silvia Costa - è in situazioni come questa che l'Europa si gioca la sua credibilità e la sua identità”. Domani il gruppo di Socialisti e Democratici al Parlamento europeo chiederanno a Chatherine Ashton, rappresentate per la politica estera, e a Viviane Reding, commissaria ai Diritti Umani di fare pressione sul governo iraniano. L'obiettivo è mettere fine alla condanna a morte di Sakineh Ashtiani, abbandonare la pratica della lapidazione e dare “un nuovo impulso alla battaglia per la moratoria sulla pena di morte”. Alle tante città, province e regioni italiane che hanno dichiarato il loro sostegno alla donna iraniana, si è aggiunta la provincia di Perugia, che esporrà una gigantografia di Sakineh all'esterno del palazzo amministrativo. Gheddafi, salvala tu - Il vicepresidente dei deputati del PdL, Osvaldo Napoli ha chiamato in causa la Libia per favorire la liberazione della donna. "Rivolgo un appello personale al leader libico Muhammar Gheddafi, sulla cui amicizia l'Italia può contare, perchè intervenga sul governo iraniano e fermi la mano del boia", ha dichiarato in una nota. "Gheddafi può così dimostrare quanto a cuore gli stia davvero la sorte della donna musulmana in genere e di Sakineh in particolare". Secondo Napoli, il leader libico avrebbe “autorevolezza e ascendente sul mondo musulmano per compiere un gesto di umanità davvero significativo”. “Il mondo guarda a Teheran perchè lì è in gioco la vita di una donna e con essa i diritti di tutte le donne, senza distinzioni di etnia o di fede religiosa” ha aggiunto il vicepresidente. L'Italia si mobilita – Alle tante città, province e regioni italiane che hanno dichiarato il loro sostegno alla donna iraniana, si è aggiunta la provincia di Perugia, che esporrà una gigantografia di Sakineh all'esterno del palazzo amministrativo. “Non si può rimanere in silenzio quando in una nazione che nasce per tutelare e migliorare le condizioni di vita degli individui - afferma Andrea Smacchi, consigliere regionale del Pd in Umbria - si permettono soppressioni di Stato con metodi barbari e arcaici”. “La lapidazione, la fustigazione, l'impiccagione, come la sedia elettrica o la fucilazione – continua il consigliere - sono la sconfitta della ragione e dell'intelligenza dell'uomo che, invece di essere sfruttata per migliorare le condizioni di vita, viene impegnata alla ricerca del sistema più orribile per uccidere”. Un gonfalone con la foto di Sakineh è stato esposto questa mattina alla sede della provincia di Palermo dal presidente Giovanni Avanti e dal vicepresidente e assessore ai Diritti Umani, Pietro Alongi, che hanno deciso di dedicare alla donna anche lo sportello dei diritti umani e civili. Dalle 16, il volto della donna iraniana guarderà i palermitani anche dal palazzo del comune. Il popolo di internet – Il politico Mario Valducci, con il sostegno dei ministri Mara Carfagna e Franco Frattini, ha lanciato sul sito www.salviamosakineh.it una raccolta firme per salvare la donna. "L'Italia e gli italiani sono dalla parte della vita e dei diritti umani – hanno scritto ieri sul sito i ministri - non possono tollerare che questi vengano calpestati in alcun luogo del mondo e che, di conseguenza, una donna possa essere lapidata". Sakineh è presente anche su facebook. Amnesty Italia ha creato una pagina contro la lapidazione della donna iraniana che conta oggi più 140mila iscritti.

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