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Silvio: no ai governicchi E Bossi: andiamo avanti

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Il premier dalla Russia: la crisi di governo ora sarebbe un delitto, i mercati ne risentirebbero. Il Senatùr: "Se le elezioni sono impossibili, meglio lavorare". E poi: "Spero che Fini torni in ginocchio. Comunque è meglio di Casini"

Eleonora Crisafulli
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"Il Pdl non farà precipitare  l'Italia verso una crisi politica che avrebbe risvolti incerti".   Silvio Berlusconi si collega telefonicamente con la scuola di Gubbio   dalla Russia. Il premier dire no a "governicchi tecnici" convinto che   in questo momento una crisi di governo "sarebbe un delitto", perchè   "il governo ha fatto bene". I mercati finanziari, in particolare,   potrebbero risentire di una "instabilità politica" e l'Italia non   può permetterselo, visto che ci sono anche 56 miliardi di titoli di   Stato da collocare a settembre.  Il Cavaliere quindi è determinato ad andare avanti: "Siamo   tranquilli, abbiamo il dovere di governare. Siamo stabili. Il Pdl è   il pilastro della nostra democrazia". "Visto che non si può andare alle elezioni, meglio andare avanti e lavorare e non pensarci più". Così il ministro Umberto Bossi intervenuto ieri pomeriggio a Paesana, nel cunese, per la Festa dei popoli padani. Dopo la cerimonia dell'ampolla al Monviso, il Senatùr ha scambiato qualche battuta con i giornalisti, assicurando che il "rischio" elezioni è ormai archiviato e la Lega continuerà a essere leale nei confronti del governo. Su un'eventuale maggioranza allargata nessun commento, a parte il gesto del dito medio. Da Gubbio il ministro degli Esteri Franco Frattini spiega: "Berlusconi le elezioni non le voleva dal primo istante e ci ha impiegato due ore per convincere prima Bossi e poi la Lega" che se fossimo andati al voto "ci avrebbero inseguito con il forcone". Oggi da Ferrara Bossi ha aggiunto: "Spero che Fini torni in ginocchio da Berlusconi". Comunque, ha aggiunto il leader del Carroccio, "è meglio Fini di Casini, nonostante tutto è meglio Fini di Casini". Sulle elezioni ha ribadito: "Il Presidente della Repubblica non vuole le elezioni, e Berlusconi neppure". Andrete da Napolitano al Quirinale? Hanno chiesto i cronisti. "Devo parlare con Berlusconi, non posso mica andarci da solo", è stata la risposta.  Calderoli - La Lega però si divide sull'ipotesi di voto. Il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, al suo arrivo a Pian del Re, dice: "Elezioni scongiurate? Mai dire mai. Il Parlamento deve garantire determinate maggioranze: quello che noi abbiamo voluto chiarire è che deve esistere una maggioranza che non può essere messa in discussione il giorno dopo. Se c'è una maggioranza convinta sulle riforme benissimo si va al 2013 e si conclude il programma di governo, se c'è una maggioranza dei se, ma e però di strada non ne facciamo e allora tanto vale andare al voto".  Federalismo - Il Senatùr ha poi insistito sulla proposta di "decentramento", cioè di trasferire le sedi di alcuni ministeri dalla Capitale: "Dopo il federalismo non è finita la battaglia - ha detto Bossi - inizia subito dopo quella per portare democraticamente i ministeri da Roma nelle principali città. Non capiamo perché tutto debba finire a Roma. Ci sono anche i nostri ragazzi ed i ministeri portano lavoro e soldi, abbiamo deciso di cambiare e di portarli anche a Milano, a Venezia e Torino, ad esempio". Le nuove ubicazioni dei ministeri dovranno essere "dappertutto: dal Sud al Nord, nelle principali città", ha concluso. Alle critiche che questa proposta ha già sollevato, Bossi replica: "Mica tutto può stare a Roma. In tutta Europa i ministeri li hanno spostati dalla capitale alle altre città. Lo hanno fatto anche in Inghilterra e non è morto nessuno, è venuta solo un po di democrazia in più". Quote latte -  Bossi ha poi assicurato ai militanti presenti di essere sempre al fianco degli agricoltori: "Batteremo tutte le strade perché l'agricoltura padana non scompaia e quindi il Governo, visto che ci siamo anche noi, farà il piacere di andare a rompere le palle in Europa, a dire che non accetteremo di chiudere la nostra agricoltura. Punto e basta. State tranquilli, noi siamo con voi e questo vuol dire tanto perché la Lega ha tanti numeri e a Roma conta, fratelli agricoltori". Bossi ha quindi annunciato che la Lega organizzerà a Milano e a Torino "la Festa degli agricoltori padani, così ci conquistiamo il cuore della gente. Certo, vi costerà qualche ruota di formaggio". La Festa dei popoli padani - E' partito oggi il tradizionale viaggio della Lega Nord, che dal 1996, anno della proclamazione d'indipendenza della Padania, segue il corso del fiume Po con quattro tappe simboliche. Si inizia sul Monviso, da Pian del Re, dove Umberto Bossi preleva l'acqua con l'ampolla. I leghisti si sposteranno poi a Paesana per gli interventi del Senatùr, del presidente della Regione Piemonte Roberto Cota, e del ministro per la Semplificazione normativa Roberto Calderoli. Quest'anno è stato organizzato un tour in bici per i ciclisti che vorranno accompagnare l'ampolla da Paesana a Venezia e un'esibizione con parapendio. La seconda tappa è fissata per sabato a Mantova, dove Bossi e altri esponenti leghisti si imbarcheranno sulla 'Motonave della libertà' che percorrerà il Po fino ad arrivare vicino a Ferrara, nel pomeriggio. L'intervento del Senatur in Piazza Castello, nel cuore della città estense, è fissato per le 18,30. Come di consueto la festa si concluderà domenica a Venezia, quando l'ampolla con l'acqua del Po sarà svuotata in Laguna e il segretario federale terrà il suo atteso comizio.

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