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Terrorismo, Maroni: "Il rischio di attentati è alto"

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Dal raduno dei Vigili del fuoco, il ministro dell'Interno lancia l'allarme e sottolinea l'importanzadella prevenzione

Eleonora Crisafulli
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Il rischio di attentati devastanti resta elevato. A lanciare l'allarme nel giorno dell'anniversario dell'attacco alle Torri Gemelle, è il ministro dell'Interno, Roberto Maroni. Durante un intervenuto al primo raduno nazionale dei Vigili del fuoco a Cortina d'Ampezzo, il ministro ha dichiarato: "Il rischio di episodi di terrorismo come quello dell'11 settembre è molto alto. La Francia ha innalzato il livello di sicurezza, noi abbiamo la più alta attenzione nei confronti di questo rischio che aleggia sempre e siamo sempre vigili per scongiurare situazioni che abbiamo già vissuto in questi anni". E ancora: "L'11 settembre - ha detto Maroni - non ci deve fare dimenticare che sicurezza va di pari passo con la prevenzione e che, in particolare, quello che preoccupa è il rischio di un ritorno a iniziative di terrorismo di ogni tipo che tengono sempre alta la nostra attenzione". Il primo raduno nazionale dei Vigili del Fuoco ha richiamato nella cittadini dolomitica circa 4mila partecipanti tra cui 2mila pompieri in sfilata e 200 di loro a bordo di autopompe, autoscale, carri trainati da cavalli e biciclette. Sono arrivati a Cortina anche il capo della Polizia, Antonio Manganelli e i vertici del Dipartimento dei Vigili, fra cui il capo dipartimento Francesco Paolo Tronca e il capo del Corpo nazionale, Alfio Pini. Dopo la sfilata di oltre 2mila rappresentanti del Corpo con i mezzi specifici, il ministro Maroni interverrà al Palaghiaccio. L'allarme terrorismo non riguarda solo l'Italia. In Francia, Bernard Squarcini, capo dell'antiterrorismo, non nasconde la sua inquietudine per "le settimane e i mesi a venire". Il Paese, "a causa della sua storia, del suo impegno in Afghanistan, delle sue posizioni in materia di politica estera, delle polemiche sul velo integrale, è oggetto di un interesse particolare da parte di alcuni movimenti islamici radicali". Oggi "siamo allo stesso livello di minacce del 1995 "tutti i campanelli d'allarme sono sul rosso" e "vi sono delle ragioni oggettive per essere inquieti, la minaccia non è mai stata così grande". Secondo il capo dell'antiterrorismo la minaccia che incombe sulla Francia è triplice: i francesi convertiti pronti ad agire da soli, un commando di Al Qaida nel Maghreb, i jihadisti che vanno in Afghanistan o Yemen e tornano clandestinamente per proseguire la loro battaglia sul territorio francese.

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